Covid e visoni: l’unica soluzione adeguata è vietare gli allevamenti. Lettera al Ministro della Salute Roberto Speranza delle associazioni animaliste Essere Animali, Humane Society International e LAV.

Humane Society International


Jo-Anne McArthur/We Animals

Essere Animali, Humane Society International e LAV chiedono la chiusura immediata degli allevamenti di animali considerati da pelliccia in Italia, nell’interesse del benessere degli animali e della salute pubblica.

Con una lettera aperta rivolta al Ministro della Salute Roberto Speranza, le sopracitate associazioni sottolineano la necessità di implementare l’unica soluzione adeguata a fermare la diffusione e la mutazione del virus, nonché evitare la compromissione dell’efficacia di futuri vaccini, rinnovando pertanto l’appello a vietare la riproduzione, l’allevamento, e l’uccisione di animali per fini legati alla produzione di pellicce, attività crudele e non essenziale.

In data 28 febbraio 2021 terminerà la sospensione delle attività dei sette allevamenti ancora attivi in Italia, indetta con un’ordinanza del Ministro della Salute il 21 novembre 2020. Le associazioni esortano il Ministro a rendere tale sospensione permanente, emanando un divieto definitivo come hanno già fatto molti Stati Membri dell’UE o grandi paesi produttori, come l’Olanda, dove sono avvenuti contagi fra i visoni e fra visoni ed esseri umani, che non hanno esitato a fermare questo tipo di allevamenti.

Covid e visoni: Ministro vieti gli allevamenti, è l’unica soluzione adeguata

Lettera aperta a firma delle Associazioni:

Essere Animali, Humane Society International, LAV

Onorevole Ministro Speranza,

Con questa lettera le associazioni firmatarie si rivolgono a Lei per sottolineare nuovamente l’urgente bisogno di prendere l’unico provvedimento utile a fermare e prevenire la diffusione di potenziali serbatoi di SARS-CoV-2, il virus che causa il Covid-19, radicata nel confinamento e nello sfruttamento sistematico degli animali considerati da pelliccia nel nostro Paese: il divieto immediato alla riproduzione, all’allevamento e all’uccisione di animali per la produzione di pellicce e la chiusura delle sette strutture ancora operative in Italia.

Gli animali presenti negli allevamenti soffrono di stress cronico e di scarso benessere, il che può compromettere la risposta del sistema immunitario. Il visone, in particolare, è suscettibile a malattie respiratorie e il SARS-CoV-2 si è diffuso praticamente senza freni in questa specie selvatica allevata in maniera intensiva, in piccole gabbie metalliche addossate le une alle altre, in contrasto con i suoi bisogni etologici ed il benessere animale. L’allevamento industriale di visoni e altre specie considerate da pelliccia è una pratica profondamente disumana, nonché assolutamente non essenziale.

L’allevamento di animali considerati da pelliccia rappresenta, pertanto, un grave rischio per la salute umana. In Europa si moltiplicano i casi di allevamenti di visoni presso i quali sono stati rilevati casi di positività, sia degli animali sia degli addetti, al SARS-CoV-2. Sono orma quasi 400 i focolai accertati negli allevamenti europei di visoni, in almeno nove Stati Membri. Alcuni presentano ceppi virali mutati che potrebbero mettere a repentaglio l’efficacia di un vaccino – rischio segnalato anche dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie. Questo è il motivo principale per cui la Danimarca, paese tra i maggiori produttori di pellicce, ha preso la decisione di abbattere tutti i milioni di visoni presenti nel Paese, dopo che un quarto dei suoi 1.147 allevamenti è stato colpito. Per la stessa ragione i Paesi Bassi si sono adoperati per la chiusura anticipata dell’industria olandese, già destinata ad una progressiva dismissione entro il 2024. Anche l’Ungheria, pur non avendo strutture produttrici, ha imposto un divieto per evitare che allevatori provenienti da altre nazioni possano spostare le loro attività nel territorio magiaro.

Come diffuso dalla LAV ad ottobre 2020, casi positivi sono stati rilevati e confermati già ad agosto 2020 anche in un allevamento di visoni in Italia. Sebbene questa scoperta fosse rilevante per il coordinamento degli sforzi per arginare l’attuale pandemia da coronavirus, questa è stata accolta con l’inerzia più totale da parte delle istituzioni. La situazione è grave, anche in considerazione delle violazioni delle norme sanitarie dettate dal Suo Ministero, come mostrato dalle investigazioni apparse nei mezzi di informazioni nel mese di novembre 2020. Le stesse investigazioni, così come molte altre pubblicate negli ultimi anni e da ultimo quelle rilasciate a dicembre 2020 da Essere Animali in merito all’abbattimento di 26.000 visoni in Lombardia, attirando l’attenzione pubblica su un’industria che non è mai stata e non potrà mai essere etica e compatibile con il benessere animale.

L’Italia è uno dei pochi Paesi dell’UE, che ancora consente l’allevamento dei visoni. La scelta di non adottare misure efficaci per sradicare i potenziali serbatoi di SARS-CoV-2, è da ritenersi irresponsabile e irragionevole considerata la scoperta che questo coronavirus può saltare avanti e indietro tra visone e uomo. Il sequenziamento del genoma virale ha dimostrato che l’infezione nel visone può portare a pericolose mutazioni delle proteine spike che, se trasmesse all’essere umano, potrebbero minacciare l’efficacia dei vaccini necessari. Come evidenziato dal rapporto “L’allevamento di animali da pelliccia, il COVID-19 e i rischi di malattie zoonotiche” pubblicato a gennaio 2021 dalla Humane Society International, se l’infezione da SARS-CoV-2 si riversasse nei mustelidi selvatici, questi avrebbero il potenziale per diventare un serbatoio permanente di infezione per l’uomo e altre specie animali.

Alla luce dei rischi sanitari posti dall’allevamento di animali considerati da pelliccia e degli evidenti problemi relativi al benessere animale, Essere Animali, Humane Society International e LAV Le chiedono di vietare per legge, con effetto immediato, la riproduzione, l’allevamento e l’uccisione di animali per fini legati alla produzione di pellicce e chiudere le ultime sette strutture di questo tipo presenti in Italia.

Gianluca Felicetti, Presidente LAV

Simone Montuschi, Presidente Essere Animali

Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di Humane Society International

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