Joaquin Phoenix, Billie Eilish, Moby, Lily Cole, Stephen Fry, Leona Lewis, Ricky Gervais e Martin Freeman tra le star che chiedono che l’allevamento sia messo all’ordine del giorno della 26ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

“Smettete di ignorare la verità” è il loro appello al presidente della COP26 Alok Sharma

Humane Society International


dhughes9/iStock.com 

ROMA/LONDRA—Alcune delle più grandi celebrità del mondo, tra cui Martin Freeman, Moby, Billie Eilish, Joaquin Phoenix, Alan Cumming, Alicia Silverstone, Leona Lewis, Lily Cole e Stephen Fry, si sono mobilitate per il clima. In una lettera congiunta a Alok Sharma, presidente della 26a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Glasgow questo novembre, hanno chiesto che si smetta di ignorare l’allevamento di animali a fini alimentari quale catastrofico colpevole del cambiamento climatico e che venga invece messo all’ordine del giorno della COP26. La lettera è stata inviata a sostegno della campagna #TheCowInTheRoom, lanciata dal ramo inglese dall’organizzazione per la protezione degli animali Humane Society International.

Ogni anno, a livello globale, più di 88 miliardi di animali terrestri sono allevati e macellati a scopo alimentare. Le stime indicano che l’allevamento intensivo è responsabile per il 14.5%—16.5% delle emissioni di gas serra antropiche a livello globale, alla pari con i livelli di emissioni dell’intero comparto dei trasporti. Nonostante sia uno dei settori che maggiormente contribuisce al cambiamento climatico, la produzione di animali a fini alimentari non è all’ordine del giorno della COP26; non rientra tra le priorità nelle discussioni sulla mitigazione del cambiamento climatico.

Gli studi dimostrano che ridurre il consumo di carne e latticini è una delle azioni di maggiore impatto che ogni individuo può intraprendere per evitare le conseguenze catastrofiche del cambiamento climatico. Con questa lettera, firmata anche dall’attrice di Star Wars Daisy Ridley, dalla cantautrice Alesha Dixon, dal naturalista Chris Packham, dall’imprenditrice e investitrice di Dragons Den Deborah Meaden, dall’attrice Evanna Lynch, dal cantautore e produttore discografico Finneas O’Connell, dal cantante e chitarrista dei Vamps James McVey, dall’attrice Joanna Lumley, dal comico e attore Ricky Gervais e dalla influencer Lucy Watson, viene chiesto alla COP26 di riconoscere formalmente l’impatto climatico dell’allevamento.

Humane Society International e le celebrity che la sostengono sono uniti dall’intento comune di proteggere gli animali e il pianeta attraverso politiche e azioni concrete. Auspicano che il riconoscimento formale alla COP26 incoraggerà i leader mondiali a impegnarsi a favore di strategie per la riduzione del consumo di carne e latticini, per raggiungere l’obiettivo di limitare al di sotto dei 2°C il riscaldamento medio globale dell’Accordo di Parigi.

Nella lettera si legge: “L’allevamento è una delle principali fonti di emissioni di gas serra ed è pertanto impossibile raggiungere gli obiettivi fissati nell’Accordo di Parigi senza apportare modifiche al sistema alimentare globale. Anche se tutte le altre principali fonti di emissioni fossero riformate, non sarebbe sufficiente […]. Affrontare questa urgente tematica alla COP26, incoraggerebbe i governi di tutto il mondo ad agire e fornirebbe ai leader mondiali uno ulteriore strumento ad alto impatto per affrontare il cambiamento climatico. Chiediamo all’UNFCCC di riconoscere formalmente e pubblicamente il ruolo dell’allevamento come uno dei maggiori responsabili del cambiamento climatico e di aprire maggiore spazio al dialogo”.

Il cantautore e attivista per i diritti degli animali Moby, ha dichiarato: “L’allevamento intensivo sta distruggendo il nostro pianeta. Questo settore è il secondo più grande emettitore di CO2 al mondo, eppure rimane ampiamente ignorato dai leader mondiali. La scienza parla chiaro: l’adozione di una dieta maggiormente vegetale è una delle azioni più efficaci che possiamo intraprendere per evitare gli effetti catastrofici del cambiamento climatico. Quindi, se vogliamo proteggere il nostro pianeta, dobbiamo includere l’allevamento nelle discussioni sulle strategie di mitigazione del cambiamento climatico. La COP26 è l’occasione ideale per farlo e una delle ultime possibilità che abbiamo per riformare i sistemi alimentari globali. Vi supplico, per favore: SMETTETE di ignorare la verità”.

Oltre alle significative emissioni di gas serra, questo settore è anche il più grande utilizzatore antropogenico di superficie terrestre. La produzione di carne, uova, latticini e l’acquacoltura occupano infatti circa l’83% dei terreni agricoli del mondo, fornendo solo il 37% delle proteine e il 18% delle calorie. Inoltre, l’allevamento è uno dei principali motori della deforestazione, dell’estinzione di massa, del degrado del suolo, dell’inquinamento e dell’esaurimento delle risorse idriche.

Julie Janovsky, vicepresidente di Humane Society International per i programmi sugli animali allevati, ha detto: “Se vogliamo seriamente evitare la catastrofe climatica, è imperativo che i leader mondiali riconoscano e agiscano per arrestare tutti i principali motori del cambiamento climatico, inclusi gli allevamenti intensivi. Questo modello è insostenibile. Trasformare i sistemi alimentari globali verso diete maggiormente vegetali è una delle azioni più efficaci che possiamo intraprendere. La COP26 offre ai leader mondiali l’opportunità di prendere impegni significativi per affrontare il cambiamento climatico, ripristinare la biodiversità e contribuire a porre fine alla crudeltà causata dagli allevamenti intensivi”.

Alcuni dati:

  • Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, l’allevamento è “uno dei due o tre maggiori contribuenti ai più gravi problemi ambientali su ogni scala, da quella locale a quella globale.” (FAO)
  • Consumando meno prodotti di origine animale e più cibi vegetali, si può contribuire a proteggere le risorse idriche del mondo. Produrre carne, latte e uova richiede enormi quantità d’acqua: per la produzione di mangime, la pulizia dei recinti, gli animali, lo smaltimento dei loro rifiuti, la disinfezione delle attrezzature per la macellazione. Ad esempio, produrre 1 kg di pollo richiede in media 4.325 litri d’acqua, contro i 1.644 litri necessari per produrre 1 kg di cereali. (Hoekstra 2015)
  • Mangiare più pasti a base vegetale ridurrà la quantità di terreni destinati all’uso agricolo. In tutto il mondo, abbiamo bisogno di più terreni per allevare e nutrire gli animali che per qualsiasi altro scopo. Più del 97% della farina di soia e più del 60% dell’orzo e del mais prodotti a livello globale sono usati come mangimi per gli animali allevati. (FAO)
  • Il rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPPC) ha rivelato che la crisi climatica è destinata a peggiorare se le emissioni di gas serra continuano ad aumentare.
  • Secondo le previsioni entro il 2030, se non verrà intrapresa un’azione concreta, il settore dell’allevamento rappresenterà quasi la metà del bilancio mondiale di emissioni di gas serra consentito dagli obiettivi di limitare al di sotto di 1,5°C il riscaldamento medio globale. (Harwatt 2019)

FINE

Contatto: Martina Pluda: 3714120885; mpluda@hsi.org

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