La convention annuale del Safari Club International porterà in Tennessee più di 850 espositori provenienti da 30 Paesi per promuovere l’uccisione di migliaia di animali

Le aste per la caccia al trofeo e altri prodotti porteranno una cifra stimata in 6 milioni di dollari per finanziare il continuo massacro di specie

Humane Society International


HSUS

ROMA—La prossima settimana, a Nashville, nel Tennessee, migliaia di cacciatori si riuniranno alla conferenza annuale del Safari Club International (SCI), con oltre 850 espositori provenienti da più di 30 Paesi. Il SCI è una delle più grandi associazioni venatorie del mondo, con rappresentanza lobbistica in oltre 100 Paesi. Più della metà di questi espositori saranno guide e organizzatori di viaggi di caccia al trofeo in danno ad alcune delle specie più minacciate al mondo, come elefanti e leoni, le cui popolazioni sono in declino globale. Durante l’evento, che si svolgerà dal 22 al 25 febbraio, saranno vendute e pubblicizzate anche battute di caccia ad altri animali statunitensi e autoctoni di altre regioni, tra cui leopardi, orsi polari, rinoceronti, ippopotami, lupi e orsi grizzly. Tra gli espositori anche coloro che venderanno gioielli, ninnoli e decorazioni realizzati con parti di questi e altri animali.

Quest’anno si stima che le aste porteranno al SCI quasi 6.000.000 di dollari per finanziare le proprie attività di lobby, che mirano alla riduzione delle protezioni attualmente previste dalla legge statunitense sulle specie minacciate di estinzione e alla promozione della caccia ai trofei.

Kitty Block, Presidente e amministratrice delegata di Humane Society of the United States, ha dichiarato: “Mentre la stragrande maggioranza degli americani disdegna la caccia ai trofei, il Safari Club International continua a raccogliere fondi sulla pelle di maestosi animali in tutto il mondo. Sia che si metta all’asta un viaggio di caccia da 100.000 dollari per uccidere orsi grizzly, alci e altre specie amate in Alaska, o da 143.000 dollari per cacciare leoni e leopardi in Zambia, il SCI trasforma animali selvatici minacciati, come elefanti e rinoceronti, in macabri oggetti che non valgono nulla di più di un trofeo da appendere alla parete. Sparare agli animali non solo causa loro immense sofferenze, ma distrugge le loro famiglie. Nashville dovrebbe rifiutare questa disgustosa glorificazione di una pratica che uccide e distrugge per puro divertimento”.

Humane Society of the United States e Humane Society International hanno analizzato tutti gli oggetti all’asta della prossima convention del 2023, che comprenderà oggettistica di vario tipo e battute di caccia al trofeo. L’analisi ha rilevato che:

  • Verranno messi all’asta circa 350 viaggi di caccia al trofeo per l’uccisione di 870 mammiferi negli Stati Uniti e all’estero, per un valore di circa 6 milioni di dollari.
  • Tra gli animali presi di mira ci sono elefanti, leoni, rinoceronti, leopardi, orsi polari, ippopotami, lupi, orsi grizzly, giraffe e linci.
  • Il valore di queste battute varia da 2.500 dollari per una caccia al cinghiale in California a 143.000 dollari per una caccia di 21 giorni a leoni, leopardi e altri animali selvatici in Zambia.
  • Altre battute internazionali includono una caccia grossa di 5 giorni in Nuova Zelanda del valore di 120.000 dollari, una caccia al rinoceronte bianco di 7 giorni in Sudafrica del valore di 100.000 dollari e una caccia al leopardo, al bufalo africano e ad altri ungolati selvatici di 14 giorni in Tanzania del valore di 85.000 dollari.
  • Tra le offerte c’è anche una caccia all’orso bruno e nero in Alaska di 10 giorni in compagnia del governatore dell’Alaska Mike Dunleavy, per un valore di 29.500 dollari.
  • Tra le principali destinazioni di caccia figurano Sudafrica, Canada, Spagna, Argentina e Nuova Zelanda.
  • Tra gli altri oggetti messi all’asta vi sono: un cappello di castoro tempestato di rubini del valore di 5.000 dollari; una coperta di volpe blu del valore di 30.000 dollari; una pelliccia di volpe argentata a figura intera del valore di 18.000 dollari; un giubbotto di visone del valore di 10.000 dollari; un cappotto di baby alpaca del valore di 2.100 dollari; una borsa in “autentica zebra delle pianure” del valore di quasi 800 dollari; un coltello con manico in osso di giraffa del valore di 2.400 dollari; e oltre 50 pacchetti di armi del valore di oltre 425.000 dollari.

Jeffrey Flocken, Presidente di Humane Society International, ha dichiarato: “È inconcepibile che le vite di questi animali da tutto il mondo, vengano vendute e messe all’asta a ricchi cacciatori d’élite. Il fatto che molte delle specie prese di mira dai cacciatori di trofei potrebbero scomparire nel corso della nostra vita è sconfortante. In poche parole, gli animali e il mondo naturale meritano di meglio.”

La convention annuale è una delle principali fonti di finanziamento del SCI per le sue estese attività di lobby, volte a estendere la stagione venatoria, eliminare le protezioni statali e federali statunitensi, fondamentali per la tutela della fauna selvatica in pericolo di estinzione, e a rendere più facile per i cacciatori importare trofei di caccia. In qualità di maggiore importatore mondiale di trofei di caccia di mammiferi regolamentati dalla CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione), gli Stati Uniti hanno importato oltre 72.600 trofei di caccia tra il 2014 e il 2018, di cui oltre 10.000 ottenuti da specie elencate come minacciate o in pericolo di estinzione dall’Endangered Species Act statunitense. Inoltre, l’anno scorso, il SCI avrebbe speso oltre 1.000.000 di sterline per fare pressione sul Regno Unito, contro una proposta di legge che avrebbe vietato l’importazione di trofei di caccia di specie regolamentate come leoni, leopardi, elefanti e lupi.

Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di HSI/Europe, afferma: “Convention di questo tipo sono spettacoli vergognosi di disprezzo della fauna selvatica e della biodiversità globale. Oltre gli Stati Uniti, solo qualche settimana fa a Dortmund si è tenuta “Jagd&Hund”, la più grande fiera venatoria d’Europa, con oltre 80 espositori di caccia al trofeo. È ora che su eventi come questi cali il sipario, come ha fatto IEG – Italian Exhibition Group Spa della Fiera di Vicenza, con la dismissione dell’HIT Show, la più grande fiera di caccia italiana. Anche a livello politico la direzione da prendere è chiara: vietare le importazioni, esportazioni e riesportazioni dei trofei di caccia ottenuti da specie protette a livello internazionale, come già fatto in paesi come i Paesi Bassi e la Francia e come ha esortato a fare il Parlamento Europeo in una mozione a ottobre 2022.”

FINE

Contatto:

  • Eva-Maria Heinen, Communications & PR Manager Italia: emheinen@hsi.org
  • Martina Pluda, Direttrice per l’Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885

Vietiamo l’esportazione e l’importazione da e per l’Italia dei trofei di caccia di animali

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