La più grande fiera venatoria italiana non è più gradita a Vicenza 

HSI/Europe accoglie con favore la decisione di Italian Exhibition Group SpA di non riproporre HIT Show per la sua incompatibilità con i valori ambientali

Humane Society International


Trophy hunting “Not In My World” action in Rome, Italy, on October 20th, 2021.

VICENZA, Italia—Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di Humane Society International/Europe commenta come segue l’annuncio di IEG Italian Exhibition Group SpA di dismettere HIT Show, la fiera della caccia:

“Accolgo con favore la decisione di IEG Italian Exhibition Group SpA di non riproporre più HIT Show, la fiera della caccia più grande d’Italia con 40.000 visitatori e centinaia di espositori internazionali ogni anno. Secondo le ricerche di Humane Society International/Europe, tra questi anche numerosi operatori specializzati – i cosiddetti “outfitters” – in viaggi di caccia al trofeo di specie protette. Nella nota, la società che gestisce la fiera di Vicenza, ha sottolineato l’incompatibilità di questa manifestazione con i valori ambientali e con la propria mission. Un sentimento condiviso anche dall’opinione pubblica italiana, anche per quanto riguarda la questione della caccia al trofeo. Infatti, secondo un sondaggio di HSI/Europe, l’86% degli italiani intervistati si oppone alla caccia al trofeo di tutti gli animali selvatici.

I cacciatori di trofei dell’UE uccidono per divertimento molte migliaia di animali selvatici in tutto il mondo, comprese le specie in via di estinzione o minacciate, e l’Italia è una destinazione importante per i trofei. Oltre alla crudeltà e alla perdita di animali che potrebbero contribuire ad un pool genetico diversificato, mentre il mondo sta affrontando una crisi della biodiversità, è irresponsabile consentire alle élite ricche di sparare alle specie in pericolo per puro piacere e di promuovere questa pratica come attività ludica. Le fiere di caccia sono un’importante vetrina per gli outfitters che offrono su macabri listini la possibilità di cacciare per diverse migliaia di euro leoni, elefanti, ippopotami e moltissime altre specie. La dismissione di HIT Show è un forte colpo all’industria e un chiaro segnale.

Impallinare, imbalsamare, imballare, farsi consegnare ed esporre a casa gli animali uccisi e le loro parti del corpo, è ciò che motiva questi cacciatori. Un divieto d’importazione dei trofei in più paesi dell’UE aiuterebbe efficacemente a fermare l’uccisione di questi animali. Già dalla scorsa legislatura, la campagna #NotInMyWorld di HSI/Europe chiede all’Italia di introdurre un divieto di importazione, esportazione e riesportazione dei trofei di caccia ottenuti da specie protette a livello internazionale. Con la presentazione di una proposta di legge in merito avevamo compiuto il primo passo. Confido che il prossimo Governo vorrà lavorare per raggiungere finalmente questo obbiettivo assieme a noi e agli italiani.”

Alcuni dati:

  • Tra il 2014 e il 2020, l’Italia ha importato 437 trofei di caccia provenienti da specie protette a livello internazionale come ippopotami, elefanti, leoni, leopardi, ghepardi, orsi bruni e orsi polari.
  • In particolare, l’Italia è stata uno dei cinque paesi ad aver importato almeno 1 trofeo di rinoceronte nero in pericolo critico di estinzione.
  • Secondo un sondaggio commissionato da HSI/Europe a Savanta ComRes, l’86% degli italiani intervistati si oppone alla caccia al trofeo di tutti gli animali selvatici; l’88% concorda sul fatto che agli italiani non debba essere consentito importare trofei di caccia da altri paesi; il 74% è favorevole a un divieto totale di esportazione e importazione di trofei di animali morti da e per l’Italia.
  • La petizione lanciata da HSI/Europe in Italia ha già raccolto oltre 45.000 firme

FINE

Contatti:

Vietiamo l’esportazione e l’importazione da e per l’Italia dei trofei di caccia di animali

HSI

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