Salvati quasi 200 cani da un allevamento che “odora di morte” mentre nuovo sondaggio rivela che l’84% dei sudcoreani è contrario alla carne di cane

Humane Society International aiuta gli allevatori di cani da carne a cessare l’attività

Humane Society International


Jean Chung for HSI

SEOUL—Un nuovo sondaggio svolto in Corea del Sud evidenzia il crescente sostegno per un divieto al consumo di carne di cane, con l’84% degli intervistati che afferma di non mangiarne e quasi il 60% a favore di misure legislative. Il sondaggio, condotto dalla Nielsen* e commissionato dalla divisione coreana di Humane Society International, viene pubblicato nel giorno in cui HSI è impegnata per salvare 170 cani da un allevamento ad Haemi e trasferirli negli Stati Uniti e in Canada.

Dal sondaggio emergono i seguenti dati:

  • L’84% dei sudcoreani non ha mai consumato carne di cane o afferma di non essere disposto a consumarla in futuro.
  • Il 59% dei sudcoreani è a favore di un divieto sulla carne di cane. Tale numero è in aumento del 24% rispetto al 2017 e con il 41% della popolazione contraria, si registra l’opposizione più bassa di sempre a tale divieto.
  • Il 57% dei sudcoreani ritiene che il consumo di carne di cane dia un’immagine negativa della Corea, dato in aumento rispetto al 37% del 2017.

I 170 cani salvati da HSI sono stati tenuti in gabbie luride fino a quando l’allevatore Il-Hwan Kim si è rivolto ad HSI con la volontà di smettere di allevare cani da carne, dopo 40 anni di attività in questo settore. Si tratta del diciassettesimo allevamento di cani che l’organizzazione internazionale per la protezione degli animali chiude definitivamente. Quella dell’allevatore Kim è una storia sempre più comune, poiché in Corea del Sud l’opposizione a questo commercio è in forte aumento e per gli allevatori non è più così semplice guadagnarsi da vivere. Altri 26 cani sono diretti verso gli Stati Uniti per iniziare una nuova vita; erano stati tratti in salvo da HSI durante un’operazione precedente ma non hanno potuto lasciare il paese a causa delle restrizioni di viaggio, in atto durante l’emergenza sanitaria. Gli animali che stanno per lasciare la Corea del Sud sono 196, tra cui barboncini, jindo coreani e mastini, pomerania, terrier e labrador retriever.

A causa delle misure di sicurezza legate al Covid-19, la squadra di HSI è stata messa in quarantena obbligatoria, in un hotel autorizzato dal governo di Seoul, prima di poter avviare le operazioni di salvataggio. Poiché l’adozione di cani non è ancora diffusa in Corea del Sud, i cani verranno accolti da alcuni rifugi partner di HSI negli Stati Uniti e in Canada. Qui inizierà il lavoro di recupero e reinserimento in famiglia. HSI spera che le attività di sensibilizzazione e le adozioni a lieto fine all’estero, possano gradualmente convincere sempre più sudcoreani ad adottare, permettendo ai cani di rimanere nel paese.

Nara Kim, campaigner di HSI/Corea, ha dichiarato: “Ogni allevamento di cani che ho visitato puzza di feci e cibo avariato ma c’è qualcosa di diverso in questo posto, odora di morte. Le condizioni sono davvero pietose e i cani hanno un’espressione di totale disperazione. Non me la scorderò mai. Molti di loro sono ricoperti di piaghe e ferite dovute alla mancanza di cure, alcuni hanno gli occhi infiammati e vedono a malapena oltre le sbarre della propria gabbia. Penso sia meglio che non riescano a vedere il posto orribile in cui vivono; quando finalmente riceveranno le cure veterinarie e potranno aprire gli occhi, non dovranno mai più sopportare questo strazio”.

Come dimostra il sondaggio Nielsen/HSI, la maggior parte dei sudcoreani non consuma carne di cane e sempre più persone vede i cani come animali da compagnia. Infatti, negli ultimi due decenni, il loro ruolo nella società coreana è molto cambiato e i proprietari di animali domestici sono aumentati. Sono circa 5,9 milioni le famiglie (il 31%) che vivono con un compagno a quattro zampe. L’aumento, in particolare tra i giovani coreani, ha allo stesso tempo favorito un maggiore interesse per il benessere degli animali e una minore accettazione per il consumo di carne di cane.

Negli ultimi tempi, la sofferenza dei cani e le condizioni antigeniche negli allevamenti hanno ricevuto maggiore visibilità sui media sudcoreani, contribuendo ad aumentare i pareri favorevoli ad un divieto sulla carne di cane. I reportage televisivi sugli sforzi delle associazioni locali sudcoreane e sulle attività di Humane Society International sono stati fondamentali per puntare i riflettori su questa industria crudele che ancora coinvolge circa due milioni di cani.

Nara Kim dice: “Sempre più persone in Corea del Sud sono interessati alla protezione degli animali e dell’ambiente. Quando vedono al telegiornale i filmati delle nostre operazioni che mostrano la sofferenza degli animali, o leggono notizie a riguardo, sono davvero scioccati e sconvolti. L’inevitabile calo delle vendite sta portando sempre più allevatori di cani a cercare una via d’uscita e in questo momento HSI offre l’unico programma per aiutarli ad iniziare una nuova vita. Speriamo che il Governo coreano adotti presto questo tipo di approccio per eliminare definitivamente l’industria della carne di cane “.

L’allevatore Il-Hwan Kim ha dichiarato che negli ultimi dieci anni, il business gli è andato molto male. Afferma: “Non c’è futuro in questo settore che sta già morendo e presto cadrà completamente a pezzi. Allevare cani è stancante e sto invecchiando, voglio smettere. Quarant’anni fa era diverso ma ora è finita. Potrei iniziare a lavorare nell’edilizia perché è ciò di cui mi occupavo prima e lì ci sono più opportunità per me.”

Alcuni dati:     

  • La carne di cane è più popolare durante i Bok Nal, i “giorni del cane” a luglio e agosto, perché ritenuta curativa durante i mesi estivi caldi e umidi.
  • A novembre 2018, HSI/Corea ha aiutato il Consiglio Comunale di Seongnam a chiudere il macello di Taepyeong (il più grande macello di cani del paese), seguito a luglio 2019 dalla chiusura del mercato di Gupo a Busan (il secondo mercato per la carne di cane in Corea del Sud dopo quello di Moran, chiuso anch’esso). A ottobre 2019 il sindaco di Seoul ha dichiarato la città “libera dalla macellazione dei cani”.
  • HSI ha salvato oltre 2.000 cani da 17 allevamenti in Corea del Sud. Gli allevatori firmano un contratto ventennale, rinunciando ad allevare cani o altri animali in futuro e impegnandosi a distruggere le gabbie. HSI controlla regolarmente per garantire il rispetto degli accordi presi con gli ex-allevatori.
  • Le operazioni per la chiusura di questo allevamento sono state condotte nel rispetto delle norme di sicurezza legate al Covid-19. La squadra di HSI è stata in quarantena per 14 giorni, in un hotel autorizzato. Dopo la chiusura di un allevamento, l’organizzazione effettua un test veterinario per escludere la presenza del virus H3N2 (influenza canina) e somministrare i vaccini contro la rabbia, il DHPP, il coronavirus canino, il cimurro e il parvovirus. I cani vengono poi messi in quarantena per almeno 30 giorni prima di ricevere l’idoneità per il trasporto all’estero.

Foto e video del salvataggio (creare un account per il download)

Link alla petizione italiana per fermare il commercio di carne di cane in Asia

FINE

Contatto: Martina Pluda: Direttrice per l’Italia: 3714120885; mpluda@hsi.org

*Sondaggio online condotto nel periodo da agosto a settembre 2020. Totale del campione: 1.000 persone in sei principali città della Corea del Sud (Busan, Daegu, Incheon, Gwangju, Daejeon, Ulsan) ponderate e rappresentative degli adulti sudcoreani di età superiore ai 18 anni.

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