La protezione degli animali è un tema che sta a cuore a molti cittadini dell’Unione Europea. Ciò si riflette anche nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, che riconosce esplicitamente che gli animali sono esseri senzienti e che l’UE e gli Stati Membri nella definizione delle loro politiche devono tenere pienamente conto delle loro esigenze in materia di benessere.
Humane Society International/Europe invita i 720 membri del Parlamento Europeo a farsi portavoce delle istanze a favore della protezione degli animali allevati, di quelli selvatici e di quelli usati nei laboratori, per promuovere il loro benessere e migliorare la loro protezione nell’UE e oltre. Questo Manifesto delinea una serie di priorità chiave per l’imminente Decimo Mandato Parlamentare (2024-2029).
Promuovere il benessere degli animali allevati
L’attuale legislazione europea sul benessere degli animali deve essere rivista per riflettere appieno le attuali conoscenze scientifiche sul benessere degli animali e il suo ambito di applicazione deve essere ampliato per tenere in considerazione tutti gli animali allevati per scopi economici. È indispensabile che questa revisione legislativa includa l’eliminazione graduale dell’allevamento in gabbia per animali come galline ovaiole e maiali.
Eliminare le pellicce
È necessario introdurre un divieto totale di detenzione, allevamento e uccisione di animali al solo scopo di produrre pellicce. La crudele e inutile pratica di allevare animali per ottenere la loro pelliccia deve essere relegata agli annali di storia, ovunque in Europa.
Limitare le importazioni di trofei di caccia
Attualmente, gli Stati Membri dell’UE sono tenuti a rilasciare permessi di importazione solo per i trofei di caccia ottenuti dalle specie elencate nell’Allegato A e da solo dodici specie nell’Allegato B dei Regolamenti sul Commercio di Fauna Selvatica dell’UE. Finché l’importazione di trofei di caccia rimarrà legale, questo requisito sul rilascio di permessi di importazione deve essere esteso a TUTTE le specie elencate nell’Allegato B, al fine di garantire che questi trofei di caccia siano stati ottenuti in maniera legale e “sostenibile”.
Blinadre le normative UE sul commercio di fauna selvatica
Una falla nella legislazione dell’UE permette alle specie animali selvatiche protette a livello nazionale, trafficate nei flussi commerciali internazionali, di essere vendute legalmente in Europa come animali domestici esotici. L’UE deve impegnarsi ad adottare una normativa supplementare che vieti l’importazione, la riesportazione, l’acquisto e la vendita di fauna selvatica catturata illegalmente nel Paese di raccolta/origine.
Garantire una scienza senza animali
Il Regolamento europeo sulle sostanze chimiche (REACH) deve essere rivisto per chiudere le scappatoie legali che permettono di testare gli ingredienti cosmetici sugli animali. Sia il REACH che il Regolamento per la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze chimiche (CLP) devono essere aggiornati per massimizzare l’adozione di metodi senza l’uso di animali per la valutazione della sicurezza. È inoltre fonda- mentale che i requisiti di sperimentazione animale non vengano ampliati o che non ne vengano introdotti di nuovi, attraverso revisioni o atti delegati. Nel settore della ricerca, dove viene utilizzato il maggior numero di animali, l’UE dovrebbe impegnarsi per un cambiamento scientifico e tecnologico verso approcci che non prevedano l’uso di animali.
Promuovere sistemi alimentari sostenibili
La politica dell’UE, compresa qualsiasi futura Legge Quadro sui sistemi alimentari sostenibili, dovrebbe prorequimuovere attivamente la transizione verso un’alimentazione maggiormente a base vegetale e la diminuzione della produzione e del consumo di prodotti di origine animale, nonché l’introduzione di misure per ridurre il numero di animali allevati e la loro densità, per mitigare l’impatto ambientale e climatico dell’allevamento intensivo.
Può trovare informazioni dettagliate sulle nostre richieste per il prossimo mandato del Parlamento Europeo nel nostro Manifesto.
È disposto a sostenere le nostre priorità chiave? Si metta in contatto con noi: info@hsi-europe.org
Il macabro business della caccia al trofeo negli scatti di Britta Jaschinski. 12 - 21 marzo 2024, Camera dei Deputati—Palazzo Valdina, Piazza in Campo Marzio 42, Roma
Humane Society International / Europa
(for English version, please scroll down)
Corpi, pelli, zampe e teste dagli sguardi oramai vacui, irrigiditi nell’immobilità della morte. Non più animali, ma oggetti, resi tali dalla canna di un fucile e immortalati dall’obiettivo della fotocamera. Sono nature morte del nostro tempo, dei secoli XIX-XXI. Questa l’essenza degli scatti di Britta Jaschinski, esposti alla mostra “Natura morta. In consegna.”,che, come lascia intendere il titolo, evocano il parallelismo tra l’uccisione e la reificazione di animali appartenenti a specie minacciate e a rischio di estinzione e l’idea classica di “natura morta”, ovvero la raffigurazione, normalmente pittorica, di oggetti inanimati, tra i quali anche bottini venatori.
“Natura morta. In consegna.” invita il pubblico a riflettere sulla complessità morale e sul simbolismo celati nei trofei di caccia: macabri souvenir che un’élite di cacciatori, solitamente occidentali, ottiene dall’uccisione di animali “ambiti”, braccati e abbattuti per divertimento in nazioni lontane, per poi importarli nelle proprie. Oggetti considerati spesso sinonimo di prestigio e status che, in realtà, rappresentano una visione antropocentrica, anacronistica e coloniale della natura.
L’obiettivo della mostra è, dunque, quello di evidenziare l’impatto della caccia al trofeo, ancora legale in molti paesi, evidenziando il disprezzo per la vita animale, in particolare quella di specie a rischio di estinzione e protette a livello internazionale, la pericolosità per gli sforzi di conservazione e per la tutela degli ecosistemi, della biodiversità e dell’ambiente, ma anche l’assenza di benefici economici per le comunità locali, a dispetto delle affermazioni buoniste dei suoi sostenitori. I cacciatori di trofei, infatti, contribuiscono solo marginalmente all’economia dei luoghi nei quali praticano il loro passatempo, a fronte di ingenti sofferenze per gli animali, danni ambientali e sociali.
La caccia al trofeo e il suo impatto
Nei dieci anni tra il 2013 e il 2022, l’Unione Europea ha importato trofei di caccia provenienti da oltre 27.000 animali appartenenti a specie protette dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES), posizionandosi come il secondo importatore mondiale dopo gli Stati Uniti d’America. I principali paesi esportatori verso l’UE sono Namibia, Sudafrica e Canada. La zebra di montagna di Hartmann, il babbuino nero, l’orso nero americano, l’orso bruno, l’elefante africano e il leone africano sono tra le specie animali più importate in territorio europeo. In Italia, nello stesso periodo, sono stati importati 492 trofei; tra le specie più cacciate per l’ottenimento di trofei vi sono l’ippopotamo, l’elefante africano, il leone africano, il leopardo, l’orso bruno e l’orso polare.
La caccia al trofeo non contribuisce positivamente alla conservazione, anzi, minaccia la sopravvivenza di intere popolazioni animali. Per la natura competitiva di questa pratica, l’obiettivo dei cacciatori di trofei è uccidere animali che presentano determinate caratteristiche fisiche: gli elefanti dalle zanne più imponenti, i leoni dalla criniera più folta e scura, i rinoceronti dai corni più sviluppati. Si tratta, spesso, di individui adulti, in età riproduttiva ed essenziali per il benessere e la stabilità dei gruppi sociali e degli ecosistemi in cui vivono. I cacciatori, così facendo, causano una selezione innaturale che può alterare i tratti genetici delle popolazioni cacciate, con conseguenze negative sulla loro sopravvivenza e sulla diversità biologica. Carnivori e grandi erbivori svolgono ruoli cruciali negli ecosistemi e la caccia al trofeo rappresenta un’ulteriore fonte di stress insostenibile per specie animali che già vivono sotto continua e forte pressione antropica.
Questa pratica, in definitiva, simboleggia ideologie coloniali e, al contempo, perpetua discriminazioni e diseguaglianze sociali, offrendo un supporto estremamente limitato e distribuito in modo iniquo alle comunità locali, in particolare se paragonata al turismo di osservazione e fotografico della fauna selvatica, effettuato nel rispetto dell’etologia degli animali, che rappresenta un’opzione maggiormente etica, ma anche più vantaggiosa dal punto di vista economico per i paesi e le popolazioni coinvolte. Ad esempio, se è vero che un cacciatore può arrivare a pagare 40.000 dollari per sparare a un elefante maschio, lo stesso animale vivo può generare ogni anno 23.000 dollari tramite il turismo fotografico, ottenendo quindi un valore potenziale di 1,6 milioni di dollari nell’arco della sua vita, ovvero 40 volte quanto pagato dal cacciatore.
Trofei di caccia importati dall’Italia nell’ultimo decennio:
Zebra di montagna di Hartmann (Equus zebra
hartmannae)
0
0
0
2
0
0
0
0
0
0
2
Lince eurasiatica (Lynx lynx)
0
0
2
0
0
0
0
0
0
0
2
Argali del Gobi (Ovis darwini)
0
0
1
1
0
0
0
0
0
0
2
Orso nero (Ursus americanus)
0
0
0
0
0
0
0
0
2
0
2
Addax
(Addax nasomaculatus)
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
1
Rinoceronte nero
(Diceros bicornis)
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
1
Giraffa
(Giraffa camelopardalis)
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
Argali
(Ovis ammon)
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
1
Giaguaro (Panthera onca)
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
1
Tigre
(Panthera tigris)
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
1
Babbuino giallo (Papio cynocephalus)
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
Cefalofo azzurro (Philantomba monticola)
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
Totale annuale
21
13
39
48
40
182
77
28
15
29
492
Fonte: dati estratti dal CITES Trade Database, aggiornati al primo febbraio 2024.
#NotInMyWorld
La collocazione di questa mostra non è affatto casuale. È facile riconoscere il coinvolgimento dell’Italia in questa pratica dannosa ed è pertanto necessario sottolineare la necessità di un’azione legislativa, a livello europeo e nazionale, per fermare le importazioni ed esportazioni dei trofei di caccia ottenuti da specie minacciate e a rischio di estinzione che ad oggi sono ancora legali.
Con la campagna #NotInMyWorld, Humane Society International accende un riflettore sul tema e intende responsabilizzare le politiche dei singoli Stati Membri e dell’Unione Europea, ma anche quelle aziende che, direttamente o indirettamente, agevolano o supportano la caccia al trofeo.
In pochi anni, la campagna ha già raggiunto importanti risultati: a gennaio 2024, il Parlamento belga ha definitivamente vietato l’importazione di trofei di molte specie a rischio di estinzione, così come ha fatto il Parlamento finlandese a dicembre 2022, mentre una legge simile è in discussione presso il Parlamento francese. Per quanto concerne l’Italia, proposte di legge che puntano a vietare l’importazione e l’esportazione dei trofei di caccia sono state presentate sia durante la scorsa legislatura, sia nella presente, tanto alla Camera, a prima firma dell’On. Brambilla, quanto al Senato, a prima firma della Sen.ce Bevilacqua. Infine, a dicembre 2023 la compagnia aerea di bandiera ITA Airways ha aderito alla campagna, formalizzando il divieto di trasportare trofei di caccia sia come merce cargo, sia come bagaglio al seguito del passeggero sui propri voli.
Sostieni anche tu un divieto di importazione ed esportazione dei trofei di caccia: hsi.org/bastacacciaaltrofeo
Britta Jaschinski
Nota per il suo stile fotografico unico, Britta Jaschinski è una fotogiornalista tedesca che indaga il rapporto tra l’uomo e la natura e l’impatto di tale rapporto, documentando i crimini contro la fauna selvatica e l’ambiente. Collabora con autorità, associazioni di beneficenza, musei e organizzazioni ambientali e il suo lavoro ha ricevuto numerosi premi internazionali. Le sue foto sono state pubblicate su Geo, National Geographic, The Guardian, Stern, Spiegel e molte altre riviste e libri e sono state esposte in mostre in tutto il mondo. Quando non impegnata in incarichi fotografici, è relatrice presso festival fotografici europei ed eventi di conservazione che richiamano un ampio pubblico internazionale. Le sue immagini investigative e le mostre multimediali sui crimini contro la natura e la fauna selvatica sono di forte impatto, ma anche avvincenti e sempre ispiratrici.
È cofondatrice di Photographers Against Wildlife Crime™ e del The Evidence Project, iniziative che informano il pubblico e chiedono a politica e legislativo di intervenire per tutelare la fauna selvatica e ciò che resta della natura selvaggia.
Humane Society International
Humane Society International è un’organizzazione internazionale impegnata a migliorare il benessere degli animali in oltre 50 Paesi. Lavora in tutto il mondo per rafforzare il rapporto tra esseri umani e animali, salvare e proteggere cani e gatti, migliorare il benessere degli animali allevati, salvaguardare la fauna selvatica, promuovere metodologie alternative alla sperimentazione animale, intervenire in caso di disastri naturali e combattere la crudeltà nei confronti degli animali in tutte le sue forme.
Direzione artistica: Eva-Maria Heinen, Martina Pluda
Testi: Alessandro Fazzi, Eva-Maria Heinen, Britta Jaschinski, Madison Miketa, Martina Pluda, Sarah Veatch
Allestimento mostra: Mai Tai Srl
Realizzazione Grafica: Mai Tai Srl, offroad communications
Effetti sonori: Humane Society International/Europe
Video: Humane Society International, Kodami
Si ringraziano per il supporto artistico e istituzionale:
On. Michela Vittoria Brambilla
Sen. Dolores Bevilacqua
Britta Jaschinski
Diana Letizia
Natura morta. In consegna.
The macabre business of trophy hunting—photographs by Britta Jaschinski. March 12-21, 2024, Chamber of Deputies—Palazzo Valdina, Piazza in Campo Marzio 42, Rome
Bodies, skins, paws, and heads with empty stares. Stiffened in the stillness of death. No longer animals, but lifeless objects, rendered as such by the barrel of a gun and immortalized by the lens of the camera. They are the still lifes of our time, of the 19th-21st centuries. This is the essence of Britta Jaschinski’s photographs, displayed in the exhibition “Natura morta. In consegna.” which, as implied by the title, evoke the parallels between the killing and objectification of animals belonging to threatened and endangered species and the classic idea of “still life”, i.e. the pictorial representation of inanimate objects, among which also hunting spoils.
“Natura morta. In consegna.” invites the audience to reflect on the moral complexity and symbolism hidden in hunting trophies: macabre souvenirs obtained by elite hunters in distant lands, usually Westerners, from the killing of “prized” animals who are chased and hunted down for fun only to be imported into foreign lands. Objects often seen as prestigious and a status symbol but which, in reality, represent an anthropocentric, anachronistic and colonial view of nature.
The aim of the exhibition is to highlight the impact of trophy hunting, still legal in many countries, by highlighting its insensitivity towards animal life, particularly of endangered and internationally protected species, its danger to conservation efforts and the protection of ecosystems, biodiversity, and the environment, but also the absence of economic benefits for local communities, despite the “do-gooder” claims of its proponents. Trophy hunters, in fact, only marginally contribute to the economy of the places where they practice their pastime, in the face of significant animal suffering and environmental and social damage.
Trophy hunting and its impact
Between 2013 and 2022, the European Union imported hunting trophies from over 27.000 animals obtained from species protected by the Convention on International Trade in Endangered Species (CITES), positioning itself as the world’s second-largest importer after the United States. The main exporting countries to the EU are Namibia, South Africa, and Canada. Hartmann’s mountain zebra, the chacma baboon, the American black bear, the brown bear, the African elephant, and the African lion are among the most imported animal species in Europe. In Italy, during the same period, 492 trophies were imported; among the most trophy hunted species were the hippopotamus, the African elephant, the African lion, the leopard, the brown bear, and the polar bear.
Trophy hunting does not positively contribute to conservation; on the contrary, it threatens the survival of entire animal populations. Due to the competitive nature of this practice, trophy hunters aim to kill animals with certain physical characteristics: elephants with the most imposing tusks, lions with the thickest and darkest manes, rhinoceroses with the most developed horns. These are often adult individuals, in reproductive age and essential for the well-being and stability of the social groups and ecosystems in which they live. Hunters, in doing so, cause unnatural selection which can alter the genetic traits of hunted populations, with negative consequences for their survival and biological diversity. Carnivores and large herbivores play crucial roles in ecosystems, and trophy hunting represents additional unsustainable stress for animal species that already live under continuous and strong anthropogenic pressure.
Ultimately, this practice symbolizes colonial ideologies and, at the same time, perpetuates discrimination and social inequalities, offering extremely limited and inequitably distributed support to local communities, particularly when compared to wildlife observation and photographic tourism, which represents a more ethical option but also more economically advantageous for the countries and populations involved. For example, while a hunter can pay up to $40,000 to shoot a male elephant, the same live animal can generate $23,000 annually through photographic tourism, thus obtaining a potential value of $1.6 million over his lifetime, or 40 times what the hunter paid.
Hunting trophy imports to Italy between 2013 and 2022:
Species
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
2022
Total
Hippopotamus (Hippopotamus amphibius)
0
0
6
7
5
127
13
2
0
3
163
African elephant (Loxodonta africana)
7
5
7
17
16
20
30
5
7
15
129
Lion
(Panthera leo)
0
0
12
5
4
12
17
7
0
2
59
Leopard (Panthera pardus)
11
6
9
5
1
8
9
3
2
1
55
Brown bear (Ursus arctos)
0
1
0
1
7
4
2
0
2
1
18
Marco Polo sheep
(Ovis polii)
0
0
0
5
0
5
3
1
0
0
14
Polar bear (Ursus maritimus)
0
0
0
2
0
1
0
5
1
0
9
Grey wolf
(Canis lupus)
3
0
0
1
1
0
1
1
0
1
8
Wildcat
(Felis silvestris)
0
1
0
1
2
2
0
0
0
0
6
Scimitar oryx (Oryx dammah)
0
0
2
1
1
0
0
1
1
0
6
Cheetah (Acinonyx jubatus)
0
0
0
0
0
1
0
2
0
1
4
Markhor
(Capra falconeri)
0
0
0
0
0
0
1
0
0
2
3
Southern white rhinoceros
(Ceratotherium simum simum)
Source: data extracted from the CITES Trade Database, updated as of February 1, 2024.
#NotInMyWorld
The location for this exhibition is no coincidence. It is obvious to recognize Italy’s involvement in this harmful practice, and it is therefore necessary to emphasize the need for legislative action, both at the European and national level, to stop the import and export of hunting trophies obtained from threatened and endangered species.
With the #NotInMyWorld campaign, Humane Society International shines a spotlight on this issue and aims to hold accountable the policies of individual Member States and the European Union, as well as those companies directly or indirectly facilitating or supporting trophy hunting.
In just a few years, the campaign has already achieved significant results: in January 2024, the Belgian Parliament permanently banned the import of trophies from many endangered species into the country, as did the Finnish Parliament in December 2022. A similar law is currently under discussion in the French Parliament. Regarding Italy, legislative proposals aiming to ban the import and export of hunting trophies have been presented both during the previous legislature and the current one, both in the Chamber of Deputies, sponsored by Hon. Brambilla, and in the Senate, sponsored by Sen. Bevilacqua. Finally, in December 2023, Italy’s flag carrier ITA Airways joined the campaign, formalizing their ban on transporting hunting trophies as both cargo and passenger baggage on its flights.
Britta Jaschinski
Renowned for her unique style in photography, Britta Jaschinski is a London-based, German photojournalist who investigates the connection between humans and nature and the impact of this relationship, documenting crimes against wildlife and the environment. She collaborates with authorities, charities, museums, and environmental organizations, and her work has received numerous international awards. Her photos have been featured in publications such as Geo, National Geographic, The Guardian, Stern, Spiegel, and many others, and exhibited worldwide. When not on assignment, she is a speaker at European photo festivals and conservation events with large international audiences. Her investigative images and multimedia exhibitions on crimes against nature and wildlife can be hard-hitting yet compelling and always inspiring.
She is the co-founder of Photographers Against Wildlife Crime™ and The Evidence Project, initiatives that inform the public and call on policymakers and legislators to intervene to protect wildlife and what remains of the wilderness.
Humane Society International
Humane Society International is an international organization committed to animal welfare in over 50 countries across the globe. It works worldwide to strengthen the human-animal bond, rescue and protect dogs and cats, improve the welfare of farmed animals, safeguard wildlife, promote alternative methods to animal testing, intervene in natural disasters, and fight cruelty towards animals in all its forms.
Artistic direction: Eva-Maria Heinen, Martina Pluda
Texts: Alessandro Fazzi, Eva-Maria Heinen, Britta Jaschinski, Madison Miketa, Martina Pluda, Sarah Veatch
Exhibition setup: Mai Tai Srl
Graphic design: Mai Tai Srl, offroad communications
Sound effects: Humane Society International/Europe
Video: Humane Society International, Kodami
Special thanks for the artistic and institutional support:
Hon. Michela Vittoria Brambilla
Sen. Dolores Bevilacqua
Britta Jaschinski
Diana Letizia
Humane Society International / Italia
ATTENZIONE: Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da persone residenti in Italia le cui carte Postepay sono state addebitate indebitamente da terze parti che si presentano con nomi come Humane Society Intl WE WASHIN, HUMANE SOCIETY INTL WE o similari. Gli autori degli addebiti stanno agendo sotto mentite spoglie e non sono in alcun modo collegati a Humane Society International. Humane Society International non ha eseguito queste transazioni, né ha ricevuto i fondi.
Humane Society International, come ogni ente benefico, non può e non intende operare transazioni per raccogliere fondi senza esplicito mandato da parte del donatore.
Abbiamo e stiamo prendendo i provvedimenti necessari per risolvere la questione, per quanto di nostra competenza.
Se anche lei è vittima di un addebito illecito ci contatti al numero 800-142-495 oppure scriva un messaggio a supporter-italia@hsi-europe.org per ricevere i nostri suggerimenti in merito a come procedere.
Humane Society International
Aggiornamento: il programma è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024.
I rifugiati ucraini che sono fuggiti dalla guerra con i loro animali domestici possono accedere a cure veterinarie gratuite nei paesi europei grazie a “Vets for Ukrainian Pets”. Scarica il volantino.
“Vets for Ukrainian Pets” coprirà il costo delle cure veterinarie di cani, gatti, cavalli o altri animali domestici, laddove le cure siano considerate necessarie da un veterinario professionista.
Che tipo di cure veterinarie sono coperte da “Vets for Ukrainian Pets”?
Registrazione e regolarizzazione—Eventuali spese per conformare un animale domestico ai requisiti europei nel caso in cui non siano coperte dalle autorità nazionali. Ciò può includere la vaccinazione antirabbica e la titolazione degli anticorpi per la rabbia, il trattamento antiparassitario, l’impianto o la registrazione di microchip e il rilascio della documentazione ufficiale.
Cure preventive standard—I costi delle vaccinazioni di base e dei trattamenti antiparassitari per garantire la salute generale dell’animale, con particolare attenzione alla prevenzione di malattie infettive.
Farmaci(fornitura fino a quattro mesi)—I costi di qualsiasi farmaco precedentemente prescritto da un veterinario o per il trattamento di una condizione acuta di nuova insorgenza. Ciò può riguardare animali che necessitano di trattamenti per malattie croniche, le cui famiglie non hanno con sé o hanno esaurito i farmaci.
Trattamento per condizioni acute—Spese per il trattamento di condizioni acute nei casi in cui si prospetta una diagnosi positiva. Si considera, ad esempio, il trattamento di ferite, infiammazioni o la somministrazione di antidolorifici.
Quali cliniche veterinarie partecipano a questa iniziativa?
Possono partecipare tutte le cliniche e i veterinari praticanti autorizzati in tutta Europa. Si prega di informarsi presso la clinica veterinaria più vicina.
Cosa succede se ho più di un animale che necessita di cure?
Il piano copre le spese veterinarie per un massimo di cinque animali domestici o cavalli. Qualora avessi più di cinque animali domestici bisognosi di cure veterinarie, ti preghiamo di discuterne con la clinica o con il veterinario curante.
Devo pagare alla clinica e poi chiedere il rimborso?
No, le cure veterinarie sono gratuite. Rimborseremo la clinica fino a 250 euro per ogni animale.
Cosa succede se l’iniziativa non riesce a coprire le cure di cui il mio animale domestico ha bisogno?
Quando altri finanziamenti o contributi a titolo di beneficenza non sono sufficienti a coprire l’intero costo, incoraggiamo i veterinari a fornire prestazioni scontate o a titolo gratuito.
Per quanto tempo sarà disponibile l’iniziativa “Vets for Ukrainian Pets”?
L’iniziativa sarà attiva fino al 31 dicembre 2022. Nel caso in cui le cure veterinarie dovessero protrarsi oltre tale data, si prega di contattare Humane Society International all’indirizzo VetsUkrainePets@hsi.org.
Dove posso trovare maggiori informazioni su “Vets for Ukrainian Pets”?
“Vets for Ukrainian Pets” è interamente finanziato da Humane Society International, con il generoso sostegno di Mars, Incorporated, e realizzato in collaborazione con la Federation of Veterinarians of Europe (FVE) e la Federation of European Companion Animal Veterinary Associations (FECAVA).