Allevamenti di visoni: Interrogazioni parlamentari ai Ministri Patuanelli, Speranza e Cingolani in merito alla mancata adozione del decreto per l’indennizzo agli allevatori e la cessione degli animali

Humane Society International accoglie con favore le interrogazioni parlamentari dei senatori e onorevoli dell’Intergruppo per i Diritti degli Animali, a seguito della mancata risposta alla richiesta d’informazioni inviata dall’organizzazione per la protezione degli animali da parte dei Ministeri

Humane Society International


Mink on a fur farm
Jo-Anne McArthur

ROMA—Humane Society International accoglie favorevolmente l’iniziativa dell’Intergruppo Parlamentare per i Diritti degli Animali che, con il sostegno di diversi onorevoli e senatori e senatrici, ha presentato due interrogazioni parlamentari—alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica—, rivolte al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro della Salute e al Ministro della Transizione ecologica in merito alla mancata adozione, a oltre due mesi dalla scadenza stabilita dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022), del decreto per l’indennizzo agli allevatori di visoni italiani e per la cessione degli animali a strutture autorizzate.

Il primo di gennaio è entrata in vigore la Legge di Bilancio 2022 che ha sancito il divieto di allevamento, riproduzione in cattività, cattura e uccisione di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pelliccia, con un particolare focus su alcune specie, tra le quali i visoni; è stata altresì decretata la chiusura degli allevamenti ancora presenti sul territorio nazionale entro il 30 giugno 2022—una vittoria storica, celebrata da tutte le maggiori organizzazioni animaliste italiane e non. Sono stati inoltre allocati indennizzi per un totale di 6 milioni di euro, i cui criteri di erogazione dovrebbero essere contenuti all’interno di un decreto del Ministro Patuanelli di concerto con il Ministro Speranza e il Ministro Cingolani. All’interno del medesimo decreto doveva essere regolata anche l’eventuale cessione e detenzione degli animali ancora in vita, presso strutture autorizzate, accordando preferenza a quelle gestite direttamente o in collaborazione con associazioni animaliste riconosciute. Nonostante sia trascorso più del doppio del tempo stabilito dalla Legge di Bilancio e che manchino poco più di due mesi alla scadenza per la dismissione degli allevamenti, il decreto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali non risulta ancora adottato e non sono giunte notizie rispetto allo stesso.

Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di HSI, ha dichiarato: “Dopo aver lavorato arduamente per l’ottenimento dello storico divieto di allevamento di animali da pelliccia in Italia, vogliamo assicurarci che i Ministri competenti agiscano nei tempi e modi stabiliti. La pubblicazione del decreto è centrale, poiché solo a seguito della stessa sarà possibile permettere il trasferimento degli animali presso centri specializzati, salvando la vita di almeno alcuni dei visoni, fino a poco fa sfruttati per le loro pellicce. Il tempo rimanente per tale operazione, dato il limite del 30 giugno prossimo, è ormai poco. Abbiamo dapprima pazientato e poi sollecitato e chiesto informazioni ai Ministeri preposti senza però aver ricevuto alcuna risposta. Accogliamo pertanto con favore le interrogazioni parlamentari dei senatori e onorevoli dell’Intergruppo per i Diritti degli Animali che mi auguro riceveranno pronta e adeguata risposta dai Ministri Patuanelli, Speranza e Cingolani per poter finalmente chiudere il triste capitolo dell’allevamento di animali da pelliccia in Italia.”

Testo dell’interrogazione:

“Al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro della Salute, al Ministro della Transizione ecologica

Per sapere—premesso che:

 la legge 30 dicembre 2021, n. 234, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”, all’ articolo 1, commi 980 e seguenti, prevede il divieto di allevamento, riproduzione in cattività, cattura e uccisione di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pellicce;

in deroga a tale divieto, l’articolo 1, comma 981 della citata legge stabilisce che gli allevamenti autorizzati alla data di entrata in vigore della legge medesima possano continuare a detenere gli animali per il periodo necessario alla dismissione, e comunque, non oltre il 30 giugno 2022;

il successivo comma 982 prevede, poi, uno specifico fondo per indennizzare gli allevamenti. I criteri e le modalità di indennizzo, ai sensi del comma 983, sono individuati con “decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali di concerto con il Ministro della Salute e il Ministro della Transizione ecologica, sentite le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge”;

ai sensi del comma 984, il medesimo decreto dovrà regolare altresì “l’eventuale cessione degli animali e detenzione, con obbligo di sterilizzazione, nel rispetto del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 146, e delle procedure indicate dal Ministro della salute per la prevenzione della diffusione di zoonosi presso gli allevamenti, presso strutture autorizzate, accordando preferenza a quelle gestite direttamente o in collaborazione con associazioni animaliste riconosciute”;

nonostante sia ampiamente decorso il termine indicato dalla legge, il citato decreto non risulta ancora emanato;

è rimasta senza risposta anche la richiesta di notizie in merito alla tempistica di adozione del decreto formalizzata dalle associazioni animaliste, tra le quali Humane Society International (HSI), che si sono battute per la chiusura definitiva degli allevamenti di animali da pelliccia in Italia, obiettivo raggiunto dopo anni di campagne;

il provvedimento è essenziale anche allo scopo di consentire il ricovero degli animali ancora in vita, in specie visoni, fino a oggi sfruttati e uccisi al solo scopo di ricavarne pellicce, presso strutture autorizzate, sicché possa essere garantita, almeno ad alcuni, la sopravvivenza in condizioni di benessere: 

quali sono i tempi previsti per l’adozione del decreto ministeriale attuativo della disposizione di legge che prevede il divieto di allevamento, riproduzione in cattività, cattura e uccisione di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pellicce e la conseguente chiusura definitiva delle attività correlate.”

FINE

Contatti:

  • Martina Pluda, Direttrice per l‘Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885
  • Eva-Maria Heinen, Communications & PR Manager Italia: emheinen.hsi@gmail.com

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