Humane Society International lancia una campagna social per il #FurFreeFriday 

“La moda è una questione di gusto. La crudeltà no!”

Humane Society International


HSI

ROMA—“Questo Black Friday impegnati a non comprare e indossare pellicce” è lo statement che Humane Society International (HSI) invita tutti gli influencer e fashionista consapevoli a fare e postare sui propri profili social, in occasione del Black Friday, il prossimo 26 novembre. La campagna digitale, lanciata in Italia, Germania, Polonia e Romania, invita a sottoscrivere un impegno individuale che non riguarda solo gli acquisti imminenti, a prezzi scontati, di capi che possono contenere vera pelliccia, ma che è anche un appello morale ed etico a schierarsi a favore di un’Italia 100% fur-free, guardando oltre agli effimeri trend della moda.

Il Black Friday è una delle più importanti giornate dello shopping a livello mondiale, e di conseguenza anche per il Fur-Free Friday, iniziato negli anni ‘80, negli Stati Uniti, e diventato un movimento globale nel primo decennio del 21° secolo. In centinaia di località in tutto il mondo, le organizzazioni che lottano per la protezione degli animali si mobilitano, organizzando iniziative e azioni per portare l’attenzione sul tema.

Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di Humane Society International afferma: “Con questa campagna vogliamo sensibilizzare sul fatto che la crudeltà nei confronti degli animali è spesso una conseguenza diretta della domanda dei consumatori. Prestare attenzione alla provenienza di ciò che si compra, soprattutto in questo periodo di acquisti spensierati dettati da offerte speciali e sconti, è un’azione importante per eliminarla. Le vite crudeli e le morti inutili di milioni di animali senzienti sono dovute ai dettami della moda. È ora di cambiare tutto questo. Invitiamo tutti a prendere posizione e schierarsi dalla parte degli animali, lasciando la pelliccia sugli scaffali e acquistando solo capi di designer e rivenditori che hanno scelto la compassione.”

La campagna mira a sensibilizzare i consumatori e coloro che li indirizzano agli acquisti sui social, sul fatto che la sofferenza non è di tendenza. Con il calo della domanda, diminuisce anche l’offerta di un settore fortunatamente già in declino, anche in Italia dove ad oggi si contano 10 allevamenti attivi di visoni (5 dei quali con animali) contro i 125 di una trentina di anni fa. Come evidenziato dallo studio  “L’allevamento di visoni in Italia: Mappatura e prospettive future”, realizzato per HSI/Europe dalla società di consulenza e ricerca specializzata Studio COME S.r.l., nel settembre 2021, il prezzo medio delle pelli di visone scambiate all’asta di Copenaghen, la più importante del mondo, è risultato minore di €30/pelle, un terzo di quello pagato nel 2019, pari a €90/pelle.

Ancora oggi, nel mondo, circa 100 milioni di animali vengono allevati e uccisi per la loro pelliccia. Oltre il 95% delle pellicce vendute provengono da animali selvatici allevati in sistemi intensivi. Mentre altri sono catturati e cacciati in natura con trappole e metodi crudeli. Visoni, volpi, cani procione, cincillà sono le vittime silenziose di un’industria superflua che produce non solamente le tradizionali pellicce ma si insidia anche in altri capi con finiture e inserti di pelo vero: giacche con cappuccio e cappellini col pompon, guanti, scarpe e altri indumenti e accessori sono solo alcuni esempi della triste fine riservata a questi animali, per lucro e vanto.

Ad oggi, 1.572 retailer e rivenditori di moda hanno aderito al movimento, eliminando le pellicce dalle proprie collezioni e dagli scaffali, riconoscendo che la pelliccia è un prodotto superato. La moda è una questione di gusto. La crudeltà no!

Link per scaricare i visual della campagna (creare account per il download)

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