Richiesto alle autorità di Yulin di vietare il festival della carne di cane per tutelare gli animali, il loro benessere e la salute pubblica

Humane Society International


Vshine

YULIN—Ad un mese dal solstizio d’estate, il periodo in cui si consuma la carne di cane, alcuni attivisti cinesi sono intervenuti per salvare la vita dell’ultimo cane trovato vivo in un negozio di carne di cane a Yulin, nella provincia di Guangxi. Il cane, chiamato Lucky dai suoi soccorritori, è stato trovato incatenato fuori dal negozio, vicino ad un cartello che indicava che fosse in vendita per la sua carne. L’Akita era l’ultimo cane della giornata a dover essere macellato prima che gli attivisti convincessero il proprietario del negozio a cederlo. Dai suoi comportamenti era evidente che un tempo era stato un cane da compagnia e che quindi, molto probabilmente, era stato rubato.

In considerazione delle misure anti COVID-19 cinesi, gli animalisti cinesi stanno sollecitando le autorità di Yulin a vietare il raduno annuale di giugno, in occasione del cosiddetto “Festival del litchi e della carne di cane”, in cui aumenta la macellazione di cani e gatti per il consumo umano. Lanciato nel 2010 dai commercianti di carne di cane per incrementare le vendite di un settore in calo, l’evento inizia il 21 giugno e attira migliaia di visitatori da tutta la provincia meridionale, che si riuniscono per mangiare stufato di cane e carne di cane croccante nei ristoranti e nelle bancarelle della città. Gli attivisti si appellano alle autorità locali affinché impediscano lo svolgimento di questo raduno per tutelare gli animali, il loro benessere e la salute pubblica.

Liang Jia, un attivista del Guangxi, ha dichiarato: “Le strade di Yulin sono relativamente tranquille in questo momento e, anche se si possono vedere alcuni negozi di carne di cane come al solito, non è nulla rispetto a come sarà a metà giugno. Mentre altrove in Cina le città sono in isolamento a causa del COVID-19, non ha senso che i commercianti di carne di cane di Yulin possano incoraggiare i visitatori a viaggiare attraverso la provincia e la città. Oltre alla spaventosa crudeltà che verrà inflitta a migliaia di cani e gatti uccisi a bastonate, si tratta di un evidente rischio per la salute pubblica. Le autorità di Yulin dovrebbero prendere sul serio la questione perché sarebbe estremamente imbarazzante se il festival della carne di cane di Yulin fosse responsabile per un contagio di massa”.

La maggior parte delle persone in Cina non mangia cani e anche a Yulin i sondaggi dimostrano che la maggior parte dei cittadini (il 72%) non li mangia regolarmente, nonostante gli sforzi dei commercianti di carne di cane per promuoverne il consumo. In tutto il Paese si registra una significativa opposizione al commercio di carne di cane, mentre cresce la sensibilità per il benessere degli animali. Nel 2020, il Ministero dell’Agricoltura e degli Affari Rurali cinese ha rilasciato una dichiarazione ufficiale secondo cui i cani sono animali da compagnia e non “bestiame” per il consumo. Nello stesso anno, due grandi città della Cina continentale – Shenzhen e Zhuhai – hanno vietato il consumo di carne di cane e gatto, una decisione che, secondo i sondaggi, è stata sostenuta da quasi il 75% della popolazione cinese.

Il Dottor Peter Li, specialista in politica cinese di Humane Society International, sostenitore dei salvataggi di cani dal commercio di carne in Cina, ha dichiarato: “Lucky si è salvato per un pelo perché nel negozio era rimasta in vendita solo una carcassa facendo di lui il prossimo. Ma Lucky è solo uno tra milioni di cani che soffrono per mano dei commercianti di cani in tutta la Cina, e uno di migliaia che finiscono a Yulin per l’evento del solstizio d’estate. I suoi soccorritori dicono che era molto amichevole, abituato a camminare al guinzaglio e che è salito volentieri nell’auto degli attivisti; sembra chiaro che una volta era l’animale domestico di qualcuno, e in effetti molti dei cani uccisi per la carne sono animali rubati dai cortili, fuori dai negozi e persino dalle auto. Oltre alla brutalità di queste attività, le precauzioni per frenare la diffusione del COVID-19 aggiungono un’altra convincente ragione per mettere fine ai raduni in cui viene commerciata la carne di cane.”

Foto e video

FINE

Contatto: Martina Pluda, direttrice per l’Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885

Con il solstizio d'estate inizia il consumo di carne di cane a Yulin

Humane Society International


Vshine 68 dogs saved from Yulin arrive at HSI partner shelter in northeast China

ROMA/PECHINO—Alla vigilia del solstizio d’estate, periodo in cui inizia il consumo di cane di carne, alcuni attivisti cinesi della regione del Guangxi hanno intercettato, appena fuori dalla città di Yulin, un camion pieno di cani. Il veicolo trasportava 68 animali terrorizzati ed esausti, diretti ai macelli di Yulin, dopo aver già sopportato un lungo viaggio in autostrada senza cibo né acqua. Gli attivisti avevano esortato le autorità di Yulin a istituire più posti di blocco per fermare i camion in arrivo e confiscare i cani, ma in assenza di un’azione ufficiale hanno preso in mano la situazione e hanno fermato l’autocarro da soli.

I 68 cani sono stati stipati ed ammassati in gabbie di metallo arrugginito nel caldo soffocante. Ansimanti e traumatizzati, riuscivano a malapena a muoversi. Molti di loro erano in cattive condizioni di salute fisica, con infezioni agli occhi. Molti altri hanno invece mostrato dei comportamenti tipici degli animali domestici, rivelandone la loro provenienza quali pet rubati alle loro case e famiglie.

Foto da Yulin, giugno 2021 (creare account per il download)

Liang Jia, un attivista del Guangxi, ha dichiarato: “È stato frustrante vedere i camion pieni di cani arrivare a Yulin quando le autorità avrebbero dovuto fermarli e confiscare i cani. Così abbiamo deciso di salvarli da soli, aspettato e intervenendo sull’autostrada. Quando è arrivato un camion, gli abbiamo intimato di fermarsi e abbiamo convinto l’autista del camion a consegnare i cani perchè erano chiaramente animali domestici rubati, per i quali non aveva i documenti richiesti per legge. I cani ci hanno dato la zampa, proprio come farebbe un cane di casa, e avevano denti sani, il che significa che qualcuno si prendeva cura di loro prima di essere stati prelevati illegalmente. Le autorità di Yulin hanno la responsabilità di proteggere la salute pubblica, anche se non si preoccupano degli animali come facciamo noi. Questi poveri cani sembrano provati e per fortuna ora riceveranno cure veterinarie, ma chissà quali malattie avrebbero potuto portare al mercato.”

I cani sono stati trasferiti in una struttura temporanea per riposare, recuperare le forze e ricevere le cure veterinarie necessarie, prima di intraprendere il viaggio verso un rifugio supportato da Humane Society International (HSI).

Il dottor Peter Li, specialista in politica cinese di Humane Society International, sostenitore dei salvataggi di cani dal commercio di carne in Cina, ha dichiarato: “Questi attivisti sono il simbolo di una nuova generazione in Cina, che si oppone fermamente al commercio di cani e gatti per la loro carne e sono pronti ad agire per fermarlo in posti come Yulin. La verità è che la maggior parte dei cinesi, compresi i residenti di Yulin, non mangia carne di cane. La sofferenza di questi animali a Yulin è ovviamente una tragedia, ma dobbiamo dire basta a questo brutale commercio sempre e in tutta la Cina, non solo per pochi giorni a giugno ed in un’unica città. HSI agisce durante tutto l’anno ed in tutto il paese per mettere fine al commercio di cani e gatti. Dopo un calvario terrificante, questi 68 cani sono fortunatamente al sicuro, ma per altre migliaia di cani a Yulin e per milioni di animali in tutto il paese, la crudeltà continua. Attraverso il furto di cani, il trasporto illegale tra province e la macellazione crudele, il commercio non solo sottopone gli animali a sofferenze indicibili, ma espone la salute pubblica al rischio di diffusione della rabbia e altre malattie zoonotiche. Queste dovrebbero essere ragioni sufficienti affinché le autorità cinesi pongano fine a questo commercio una volta per tutte”.

Dati sul commercio della carne di cane in Cina:

  1. La maggior parte delle persone in Cina non mangia abitualmente i cani. Infatti, la carne di cane viene consumata solo raramente dal 20% dei cinesi. Un sondaggio del 2017 (condotto da enti no-profit cinesi registrati e personale di ricerca del governo municipale di Yulin) ha rivelato inoltre, che anche a Yulin il 72% degli abitanti non mangia regolarmente carne di cane, nonostante gli sforzi dei commercianti di carne di cane per promuoverla. A livello nazionale, un sondaggio del 2016 condotto dalla società di sondaggi cinese Horizon e commissionato dalla China Animal Welfare Association in collaborazione con Humane Society International e Avaaz, ha rivelato che la maggior parte dei cittadini cinesi (il 64%) vuole che il festival di Yulin venga fermato. Inoltre, più della metà (il 51,7%) ritiene che il commercio di carne di cane dovrebbe essere completamente vietato e la maggioranza (il 69,5%) non ha mai consumato carne di cane.
  2. Nel 2020 il Ministero per l’agricoltura e gli affari rurali cinese ha dichiarato ufficialmente che i cani sono da considerarsi animali da compagnia e non “bestiame” destinato al consumo. L’annuncio è arrivato con la pubblicazione da parte del ministero dell’“Elenco delle Risorse Genetiche di Bestiame e Pollame” (Directory of Genetic Resources of Livestock and Poultry). Nello stesso anno, due grandi città della Cina – Shenzhen e Zhuhai – hanno vietato il consumo di carne di cane e gatto, una decisione sostenuta secondo i sondaggi da quasi il 75% dei cittadini cinesi (sondaggio condotto nell’aprile 2020 sul portale online ifeng.com che ha intervistato 378 milioni di cinesi).
  3. Quando nel 2010 il festival a Yulin si è tenuto per la prima volta, 15.000 cani sono stati uccisi durante i giorni principali dell’evento. Le pressioni cinesi e internazionali hanno portato questa cifra a ridursi fino a circa 3.000 cani. Tuttavia, molte centinaia di animali vengono ancora uccisi ogni giorno nelle settimane che precedono il festival.
  4. Si stima che ogni anno circa 30 milioni di cani vengano uccisi in tutta l’Asia per la loro carne, circa 10-20 milioni solo in Cina.

FINE

Contatto: Martina Pluda, Direttrice per l’Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885

Humane Society International


ROMA/PECHINO (17 giugno 2020)—In vista dell’apertura del festival della carne di cane di Yulin, alcuni attivisti animalisti cinesi hanno esortato le autorità locali ad accogliere, non solo a parole, la recente dichiarazione del governo nazionale, secondo il quale i cani sono compagni e non “bestiame”, e quindi ad interrompere l’evento che dovrebbe avere inizio il prossimo 21 giugno. Gli attivisti hanno inoltre salvato dieci cuccioli, trovati in vendita in un mercato alle porte di Yulin e filmato la macellazione di diverse carcasse di cani. Atti in chiaro contrasto con la posizione presa nel mese scorso dal Ministero dell’Agricoltura cinese.

Gli attivisti hanno inviato un rapporto di quanto osservato alla Humane Society International, confermando che la maggior parte dei venditori si trovano ora concentrati nella zona del mercato di Nanchao, alla periferia di Yulin. Il noto mercato Dongkou di Yulin, che in precedenza era l’epicentro delle vendite di carne di cane e del macello di questi animali, è apparso relativamente vuoto al confronto. Humane Society International ritiene che la centralizzazione dell’attività potrebbe essere frutto del tentativo delle autorità di semplificarne il monitoraggio e la gestione.

Il dottor Peter Li, specialista in politica cinese della Humane Society International, ha dichiarato: “È probabile che le autorità di Yulin vogliano tenere d’occhio tutta le attività commerciali della carne di cane, concentrandole in un unico mercato, a causa della natura sempre più controversa di questo settore. Mentre alcuni commercianti hanno riferito che stavano cercando di fare il maggior numero possibile di affari per compensare la mancanza di vendite a causa del coronavirus, altri hanno confermato che attualmente sarebbe più difficile procurarsi i cani al di fuori della provincia del Guangxi, a seguito del freno al trasporto trans-provinciale di animali imposto del governo. Secondo quanto riportato, gli enormi camion, carichi di migliaia animali destinati al macello, degli anni precedenti non si vedono più. Ora arrivano piccoli camion con cani principalmente di provenienza locale.

Il vento del cambiamento sta soffiando in Cina e, sebbene non credo nessuno si aspetti che il commercio di Yulin cessi d’esistere dall’oggi al domani, ciò chi gli attivisti hanno visto, potrebbe essere sintomo del fatto che le cose stanno mutando anche lì. Mi auguro che le città di Shenzhen e Zhuhai, le prime a vietare la carne di cane, abbiano spianato la strada e che la dichiarazione del governo nazionale in merito alla considerazione dei cani come animali da compagnia, fornisca un incentivo sufficiente per far sì che altre città ne seguano l’esempio. Spero vivamente che la situazione a Yulin cambierà. Non solo per il bene degli animali, ma anche per la salute e la sicurezza dei suoi abitanti. Con la conferma di nuovi casi di COVID-19 collegati ad un mercato di Pechino, dare il via libera ad un festival molto affollato rappresenta un rischio significativo per la salute pubblica.”

Alle bancarelle del mercato di Nanchao, gli attivisti hanno riscontrato principalmente la vendita di animali già macellati, mentre poco lontano da esso, appena fuori Yulin, hanno scoperto un banchetto con una gabbia piena di cuccioli ancora vivi, pronti da macellare. Dopo aver interpellato il proprietario in merito all’origine degli animali, lo stesso ha accettato di consegnarli agli attivisti.

L’attivista Jenifer Chen ha affermato: “Non potevo credere che questi dolci ed innocenti cuccioli sarebbero stati uccisi se non fossimo stati lì per caso. Non posso proprio immaginare che ci sia qualcuno disposto a mangiare questi piccolini. Questo è stato il mio primo viaggio a Yulin e ciò che ho visto al mercato mi ha davvero scioccata. Le mie mani tremavano quando ho tirato fuori il primo cucciolo dalla gabbia. Continuava a leccarmi le mani e, a sua insaputa, avrei potuto essere una cliente interessata alla sua carne. La gente spesso crede che assistere a queste orribili scene sia normale per la maggior parte dei cinesi, invece non è così. Mi sono infuriata ma riuscire a salvare i cani da morte certa mi ha reso molto felice. Come ha dichiarato il Governo cinese, questi cuccioli sono compagni, non cibo, e città come Yulin dovrebbero mettere in pratica queste parole e porre fine a questa vergogna.”

Foto e video da Yulin, giugno 2020 (creare account per il download).

FINE

Contatto: Martina Pluda: Direttrice HSI/Italia – mpluda@hsi.org

Humane Society International sbigottita per l’inclusione della fauna selvatica allevata nonostante i rischi per la salute umana

Humane Society International


HSI

ROMA/WASHINGTON—A solo tre settimane dall’inizio del festival di Yulin, il noto evento cinese durante il quale migliaia di cani vengono uccisi per il consumo umano, il Ministero dell’Agricoltura e degli Affari Rurali della Cina ha reso ufficiale la sua posizione che i cani sono compagni e non “bestiame”.

L’annuncio ufficiale è arrivato oggi quando il Ministero ha pubblicato la versione finale dell’“Elenco delle Risorse Genetiche di Bestiame e Pollame”, seguito da una lunga spiegazione sul perché i cani non sono inclusi.

Il dottor Peter Li, specialista in politica cinese della Humane Society International, attivo in tutta l’Asia per porre fine ai commerci di carne di cane e gatto, ha accolto la notizia con parere favorevole, dicendo: “Ora che il Governo cinese ha riconosciuto ufficialmente i cani come compagni e non come bestiame, speriamo che la Cina adotterà misure più incisive per accelerare la fine del commercio di carne di cane e gatto per il quale milioni di animali continuano a soffrire ogni anno. L’annuncio offre alle città di tutto il paese la perfetta opportunità per agire.

Tra poche settimane, i mattatoi della città di Yulin si riempiranno di cani terrorizzati in attesa di essere uccisi brutalmente per questa triste ricorrenza. Molti di quei cani saranno stati rubati dalle proprie case e catturati dalle strade, prima di essere trasportati a Yulin. Saranno proprio i tanto amati compagni, così descritti nella dichiarazione del governo. Il festival di Yulin è una manifestazione sanguinosa che non riflette il sentire comune o le abitudini alimentari del popolo cinese ed il suo proseguimento è un insulto al parere espresso dal Ministero dell’Agricoltura. Come osservato dal Ministero, l’atteggiamento verso questi animali è cambiato ed è tempo che i macellai di Yulin posino il coltello una volta per tutte.”

La dichiarazione ufficiale del Ministero ha confermato che la maggior parte delle persone che hanno partecipato alla consultazione pubblica si sono opposte all’inclusione dei cani nell’elenco degli animali considerati da reddito. A continuazione si afferma che i cani hanno una lunga storia di addomesticamento, a fianco dell’uomo come animali da guardia, da caccia, d’assistenza o semplicemente da compagnia. È stato inoltre sottolineato come anche la lista degli animali da reddito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), i cani non siano inclusi a livello internazionale. La dichiarazione si conclude riflettendo sul fatto che i tempi stanno cambiando e con essi la consapevolezza verso gli animali, le abitudini alimentari e l’osservanza di determinati costumi e tradizioni.

L’elenco finale comprende quasi tutte le specie animali pubblicate nella prima proposta. Diverse specie di animali selvatici sono ora ufficialmente considerate “bestiame”. Si tratta di cervi, renne, alpaca, faraone, fagiani, pernici, germani reali, struzzi e specie allevate per la loro pelliccia come i cani procione, le volpi argentate ed i visoni. Per le specie acquatiche verrà stipulato un elenco a parte.

La dott.ssa Teresa Telecky, responsabile del dipartimento fauna selvatica della Humane Society International, afferma: “L’inclusione di specie selvatiche è deplorevole. L’allevamento intensivo, in cattività, di questi animali presenta gravi problemi per il benessere animale e potenziali rischi per la salute umana. La loro riclassificazione come “bestiame” non riduce la loro sofferenza ed il rischio di malattie zoonotiche. Spero vivamente che la Cina rimuova queste specie dal prossimo elenco.

Alcuni dati sul commercio di carne di cane in Cina: 

  1. Sono 30 milioni i cani che ogni anno vengono uccisi in tutta l’Asia. Si stima che in Cina ci siano oltre 91,49 milioni di cani e gatti tenuti come animali domestici. Si stima che 10 milioni di cani vengano uccisi annualmente per il commercio di carne solo in Cina.
  2. L’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che tale commercio diffonde malattie come la rabbia e aumenta il rischio di colera.
  3. La maggior parte delle persone in Cina non mangia abitualmente i cani. Infatti, la carne di cane viene consumata solo raramente dal 20% dei cinesi. Un sondaggio del 2017 ha rivelato inoltre, che anche a Yulin, sede del noto festival della carne canina, il 72% degli abitanti non mangia regolarmente carne di cane, nonostante gli sforzi dei commercianti di carne di cane per promuoverla. A livello nazionale, un sondaggio del 2016 condotto dalla società di sondaggi cinese Horizon e commissionato dalla China Animal Welfare Association in collaborazione con Humane Society International e Avaaz, ha rivelato che la maggior parte dei cittadini cinesi (il 64%) vuole che il festival di Yulin venga fermato. Inoltre, più della metà (il 51,7%) ritiene che il commercio di carne di cane dovrebbe essere completamente vietato e la maggioranza (il 69,5%) non ha mai consumato carne di cane.

Petizione italiana, lanciata oggi da Humane Society International Italia, per fermare il commercio di carne di cane e di gatto in Asia.

Foto e video del mercato della carne di cane cinese (creare account per il download)

FINE

Contatto: Martina Pluda: Direttrice HSI/Italia – mpluda@hsi.org

Humane Society International e i suoi partner costituiscono una delle più grandi organizzazioni al mondo per la protezione degli animali. Da più di 25 anni, HSI lavora per la protezione di tutti gli animali attraverso la realizzazione di studi scientifici, campagne di sensibilizzazione, programmi di educazione, e progetti sul campo. Valorizziamo gli animali e combattiamo la crudeltà su di essi in tutto il mondo – www.hsi.org.

Humane Society International


ROMA/WASHINGTON (20 maggio 2020)—Wuhan, la città che ha registrato i primi contagi di COVID-19, ha appena vietato il consumo di tutta la fauna selvatica. Questa misura segue quelle già prese dalle città di Pechino, Shenzhen e Zhuhai e un divieto a livello nazionale, ancora temporaneo, al consumo di animali selvatici. A differenza dei divieti permanenti delle città menzionate, il divieto di Wuhan sarà in vigore per cinque anni.

Il Dott. Peter Li, specialista in politica cinese della Humane Society International, ha dichiarato: “Il divieto di Wuhan rappresenta un chiaro riconoscimento di quanto sia serio il rischio per la salute pubblica, collegato alla diffusione di malattie zoonotiche attraverso il commercio di specie selvatiche. Un rischio che deve essere preso sul serio se vogliamo evitare future pandemie e che non sarà certo minore tra cinque anni. La pericolosità di un divieto temporaneo è infatti ancora troppa. Wuhan diventa la quarta città della Cina continentale a prendere l’iniziativa, ma ora serve una volontà su scala globale per fermare il pericoloso traffico di fauna selvatica.”

Il divieto di Wuhan segue altre notizie positive. Ad inizio settimana, infatti, agli allevatori di animali selvatici in diverse province della Cina continentale sono stati offerti compensi in denaro per aiutarli nella transizione verso mezzi di sussistenza alternativi come la coltivazione di frutta, verdura, piante da tè o erbe per la medicina tradizionale cinese. Tali incentivi fanno parte di un pacchetto di misure messe in atto dalla Cina per fronteggiare il traffico di specie selvatiche. Le province di Hunan e Jiangxi sono tra quelle che forniscono tali compensi. La provincia di Hunan offrirà, ad esempio, una somma di ¥120 per ogni chilogrammo di cobra o serpente a sonagli; ¥75 per ogni chilogrammo di ratto dei bambù; ¥630 ad istrice; ¥600 a zibetto; ¥378 per un’oca selvatica e ¥2,457 per un cervo cinese.

FINE

Contatto:  Martina Pluda: Direttrice HSI Italia – mpluda@hsi.org

Humane Society International e i suoi partner costituiscono una delle più grandi organizzazioni al mondo per la protezione degli animali. Da più di 25 anni, HSI lavora per la protezione di tutti gli animali attraverso la realizzazione di studi scientifici, campagne di sensibilizzazione, programmi di educazione, e progetti sul campo. Valorizziamo gli animali e combattiamo la crudeltà su di essi in tutto il mondo – www.hsi.org.

Humane Society International chiede chiarimenti all'OMS sulle sue ultime dichiarazioni

Humane Society International


Masked man in Hong Kong market
Jayne Russell/ZUMA Wire/Alamy Live News

ROMA/WASHINGTON—Secondo quanto diffuso dall’Associated Press, uno scienziato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non sosterrebbe la chiusura dei mercati di animali vivi, come quello di Wuhan, in Cina, collegato alla diffusione del COVID-19. Stando a quanto riferito, i commenti in questione sono stati fatti dall’esperto per la sicurezza alimentare e le malattie animali dell’OMS, Peter Ben Embarek. Di seguito la dichiarazione di Teresa Telecky, responsabile del dipartimento fauna selvatica di Humane Society International:

“Le osservazioni fatte, non hanno affrontato il problema degli animali selvatici venduti per essere consumati. Si tratta di una distinzione importante, data la prova scientifica che malattie come il COVID-19 e la SARS hanno avuto diffusione nei mercati di fauna selvatica. Il 17 aprile, infatti, il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato: “I governi devono applicare rigorosamente divieti sulla vendita e sul commercio di animali selvatici destinati all’alimentazione umana”. Chiediamo pertanto all’OMS di fornire delucidazioni su quanto detto da Peter Ben Embarek e ribadire che gli animali selvatici non dovrebbero essere venduto in questi mercati.

Il traffico di fauna selvatica è la causa della pandemia di COVID-19 e l’OMS ha l’obbligo di consigliare ai paesi di ridurre il rischio di un’altra pandemia, vietando i mercati di animali vivi.”

Il mese scorso, Humane Society International ha pubblicato un white paper scientifico, che descrive in dettaglio il legame tra i mercati di fauna selvatica ed il COVID-19.

FINE

Contatto: Martina Pluda, Direttrice, HSI Italia – mpluda@hsi.org

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Humane Society International spera in un “effetto domino” che coinvolga tutto il paese

Humane Society International


AP Images for HSI

ROMA/PECHINO—La città di Zhuhai, nella provincia del Guangdong, è diventata la seconda città della Cina continentale a vietare il consumo di carne di cani, gatti e fauna selvatica. Si tratta di un passo importante che gli attivisti della Humane Society International sperano darà inizio ad un vero e proprio “effetto domino” per l’emanazione di una legislazione nazionale, allo scopo di porre fine alla macellazione di circa 10 milioni di cani e 4 milioni di gatti, ogni anno.

Il divieto di Zhuhai segue quello già annunciato dalla città di Shenzhen e la dichiarazione del Ministero dell’Agricoltura e degli Affari Rurali cinese che cani e gatti sono da considerarsi animali da compagnia e non “bestiame”, in merito al quale è stata redatta una nuova white list ministeriale. Proprio a questa fa riferimento il Comitato Permanente del Congresso Popolare del Comune di Zhuhai nel legiferare in merito al consumo di animali. C’è ragione di credere che altre città della Cina continentale stiano considerando di adottare misure simili.

Da anni, Humane Society International è in prima linea per porre fine al crudele commercio di carne di cane e di gatto in tutta l’Asia e ha contribuito a salvare migliaia di animali in Cina, Corea del Sud, India e Indonesia. In particolare, in Corea del Sud, Humane Society International collabora con gli allevatori di carne di cane, per aiutarli a trovare fonti di reddito alternative, e fa pressione a livello politico per ottenere un cambio legislativo.

Martina Pluda, Direttrice di Humane Society International Italia, ha accolto con favore il divieto di Zhuhai, dicendo: “Le notizie che ci giungono dalla città di Zhuhai sono estremamente positive per tutti coloro che in Cina e nel mondo stanno lavorando duramente per porre fine a questa brutale realtà. Dopo il divieto di Shenzhen e la storica dichiarazione del Governo cinese che classifica i cani come animali domestici, speriamo che inizi un “effetto domino”, a livello legislativo, che coinvolga tutta la Cina. Con così tanti milioni di vittime tra cani e gatti, si trascura spesso il fatto che la maggior parte della popolazione cinese non mangia abitualmente questo tipo di carne ma è anzi favorevole affinché ne venga proibito il consumo. Infatti, ora sembra che, in assenza di un divieto nazionale, le città stiano prendendo in mano la situazione, seguendo l’opinione pubblica cinese”.

Per la protezione degli animali si tratta di un enorme passo in avanti che ha effetti altrettanto positivi per la salute pubblica. Il commercio ed il consumo di carne canina rappresentano un pericolo per la salute umana, legato alla diffusione di trichinellosi, colera e rabbia. Quest’ultima è stata rilevata in diversi cani destinati al consumo umano in Cina, Vietnam e Indonesia. In particolare le condizioni antigieniche di trasporto e macellazione degli animali ne favoriscono la diffusione.

Alcuni dati sul commercio di carne di cane in Cina:

  1. Sono 30 milioni i cani che ogni anni vengono uccisi in tutta l’Asia. Si stima che in Cina ci siano oltre 91,49 milioni di cani e gatti tenuti come animali domestici. Si stima che 10 milioni di cani  vengano uccisi annualmente per il commercio di carne solo in Cina.
  2. L’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che tale commercio diffonde malattie come la rabbia e aumenta il rischio di colera.
  3. La maggior parte delle persone in Cina non mangia abitualmente i cani. Infatti, la carne di cane viene consumata solo raramente dal 20% dei cinesi. Un sondaggio del 2017 ha rivelato inoltre, che anche a Yulin, sede del noto festival della carne canina, il 72% degli abitanti non mangia regolarmente carne di cane, nonostante gli sforzi dei commercianti di carne di cane per promuoverla. A livello nazionale, un sondaggio del 2016 condotto dalla società di sondaggi cinese Horizon e commissionato dalla China Animal Welfare Association in collaborazione con Humane Society International e Avaaz, ha rivelato che la maggior parte dei cittadini cinesi (il 64%) vuole che il festival di Yulin venga fermato. Inoltre, più della metà (il 51,7%) ritiene che il commercio di carne di cane dovrebbe essere completamente vietato e la maggioranza (il 69,5%) non ha mai consumato carne di cane.

Petizione italiana, lanciata oggi da Humane Society International Italia, per fermare il commercio di carne di cane e di gatto in Asia: https://bit.ly/2z3qOL2.

Foto e video del mercato della carne di cane cinese (creare account per il download): https://newsroom.humanesociety.org/fetcher/index.php?searchMerlin=1&searchBrightcove=1&submitted=1&mw=d&q=YulinDogMeat0618

FINE

Contatto: Martina Pluda: Direttrice HSI Italia – mpluda@hsi.org

Humane Society International e i suoi partner costituiscono una delle più grandi organizzazioni al mondo per la protezione degli animali. Da più di 25 anni, HSI lavora per la protezione di tutti gli animali attraverso la realizzazione di studi scientifici, campagne di sensibilizzazione, programmi di educazione, e progetti sul campo. Valorizziamo gli animali e combattiamo la crudeltà su di essi in tutto il mondo – www.hsi.org.

 

Humane Society International


ROMA (9 aprile 2020)—Qui di seguito il commento di Humane Society International in merito alla white list del Ministero Cinese dell’Agricoltura e degli Affari Rurali, non contenete cani e gatti nell’elenco ufficiale degli animali commestibili:

“Questa proposta, al momento in fase di consultazione aperta, se approvata, rappresenterà un enorme passo in avanti per la protezione degli animali in Cina e un cambio culturale davvero importante. Darà un nuovo status a cani e gatti come animali da compagnia, invece di essere considerati carne per il consumo umano, cosa che sta diventando sempre di più l’opinione della popolazione cinese. Infatti, la carne di cane viene consumata solo raramente dal 20% dei cinesi. Un sondaggio del 2017 ha rivelato inoltre, che anche a Yulin, sede del noto festival della carne canina, il 72% degli abitanti non mangia regolarmente carne di cane. Tuttavia, gli animali coinvolti e brutalmente uccisi sono ancora moltissimi. Humane Society International stima che ogni anno in Cina, vengono macellati tra i 10 e 20 milioni di cani per la loro carne. Vedere azzerati questi numeri, è un grande successo. Spero che questa proposta possa incoraggiare altre città a seguire l’esempio di Shenzhen e vietare definitivamente il consumo di cani e gatti.” – Martina Pluda, Direttrice di Humane Society International Italia.

Foto e video del mercato della carne di cane cinese (creare account per il download).

FINE

Contatto: Martina Pluda, Direttrice HSI Italia – mpluda@hsi.org

Humane Society International e i suoi partner costituiscono una delle più grandi organizzazioni al mondo per la protezione degli animali. Da più di 25 anni, HSI lavora per la protezione di tutti gli animali attraverso la realizzazione di studi scientifici, campagne di sensibilizzazione, programmi di educazione, e progetti sul campo. Valorizziamo gli animali e combattiamo la crudeltà su di essi in tutto il mondo – www.hsi.org.

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