“La cittadinanza può contribuire a denunciare e arginare, nell’ottica di una totale eradicazione, il fenomeno criminoso dei combattimenti tra cani.”

Humane Society International


Jay Kim

ROMA—È stata pubblicata oggi da Humane Society International/Europe e Fondazione CAVE CANEM ONLUS, promotrici del progetto IO NON COMBATTO, una guida al cittadino per riconoscere i segnali e denunciare la presenza di combattimenti tra cani. Tramite questo progetto, le due organizzazioni promotrici si stanno impegnando per contribuire a fornire gli strumenti necessari al contrasto del fenomeno dei combattimenti tra cani alle Forze di Polizia e a figure professionali chiave, quali medici veterinari ed educatori cinofili, nonché per educare la popolazione a riconoscerlo e adeguatamente denunciarlo: proprio alle cittadine e ai cittadini è rivolta la guida. 

Federica Faiella, Vicepresidente della Fondazione CAVE CANEM e Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di HSI/Europe spiegano: “La cittadinanza può contribuire a denunciare e arginare, nell’ottica di una totale eradicazione, il fenomeno criminoso dei combattimenti tra cani. Per farlo, è però necessario che acquisisca conoscenza dei segnali che ne indicano la presenza e delle corrette modalità di acquisizione delle fonti probatorie, agendo sempre nel pieno rispetto delle modalità e dei ruoli stabiliti dalle norme vigenti, senza pensare di sostituirsi alla Polizia Giudiziaria e agli organi inquirenti, ma cercando di fornire loro tutti gli strumenti per un intervento efficiente ed efficace. Per questo motivo abbiamo voluto mettere a disposizione questa guida, gratuitamente scaricabile dal sito www.iononcombatto.it.”

I lettori avranno la possibilità, prima di tutto, di documentarsi sui combattimenti fra animali quale fenomeno sommerso, di portata nazionale e internazionale che coinvolge diverse specie animali, tra cui i cani, collegato a criminalità organizzata, traffico internazionale di stupefacenti e di armi, comprese quelle da fuoco, pedo-pornografia e scommesse illegali attorno alle quali ruotano cospicue somme di denaro. In Italia è un reato punito dall’art. 544-quinquies del Codice penale. 

La guida vuole anche fornire precise indicazioni sulle attività legate ai combattimenti tra animali, causa di gravi danni fisici e psicologici ai cani addestrati per combattere. A subire immense crudeltà sono anche i cosiddetti “sparring partners”, ovvero altri cani usati per l’addestramento brutale dei combattenti, nonché le fattrici, obbligate a riprodursi per portare avanti le linee genetiche “vincenti”. 

Una sezione è dedicata alle attrezzature, agli strumenti e agli altri segni che possono indicare la presenza in un determinato luogo di combattimenti tra cani o attività propedeutiche agli stessi quali l’allenamento e l’allevamento. Nella guida HSI/Europe e Fondazione CAVE CANEM segnalano ad esempio: 

  • La detenzione a catena; 
  • La presenza di cicatrici;
  • Vitamine, medicinali e farmaci veterinari; 
  • Tapis roulant, “spingpoles”, “jenny mills” o “cat mills”; 
  • Bastoni “apribocca”; 
  • Gabbie di contenimento per l’accoppiamento. 

“I combattimenti tra cani sono una pratica criminosa e sanguinaria, ancora diffusa in Italia, nonostante sia illegale da molti anni e fortemente contestata dall’opinione pubblica. Prima di sporgere una denuncia, può essere utile avere maggiore chiarezza sulle tipologie e razze di cani più frequentemente utilizzate, sui diversi ruoli che i cani ricoprono e quali sono gli oggetti o le situazioni che possono indicare la presenza di combattimenti o altre attività ad essi collegate. Invitiamo chiunque sia testimone di attività criminose in danno agli animali di non rendersi complice, di non guardare dall’altra parte, ma di denunciare!” – concludono Federica Faiella e Martina Pluda.

FINE 

Contatto: Martina Pluda, Direttrice per l’Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885 

158 specie di rane di vetro e 95 specie di squali e pesci chitarra ricevono una nuova protezione, mentre il commercio internazionale di parti di ippopotamo per scopi commerciali continuerà.

Humane Society International


Glass frog
GCF Collection/Alamy

PANAMA—Si è conclusa la XIX riunione della Conferenza delle Parti della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione, nota come CITES. Nelle ultime due settimane a Panama, i delegati dei 184 Paesi membri hanno esaminato 42 proposte, alcune finalizzate ad aumentare, altre, purtroppo, a diminuire la protezione di 356 specie di animali selvatici.

In particolare, a seguito delle decisioni assunte durante la XIX riunione, 345 specie animali selvatiche godranno di una nuova o maggiore protezione dal commercio internazionale: squali, pesci chitarra, razze, rane di vetro, lucertole, tartarughe e uccelli sono tra gli ordini e le specie di animali che hanno tratto beneficio da quanto concordato durante l’incontro. Le Parti hanno anche deciso di ridurre di 610 il numero di trofei di caccia di leopardo e di pelli per uso personale che possono essere esportati da alcuni paesi africani. Nello specifico, su richiesta di Kenya, Malawi ed Etiopia, la quota annuale di esportazione di leopardi dell’Etiopia è stata ridotta da 500 a 20 e il Kenya e il Malawi sono stati completamente rimossi dalle assegnazioni di quote di esportazione di questi felini. Fortunatamente, inoltre, le nazioni partecipanti hanno rifiutato di adottare alcune pericolose proposte che avrebbero, di fatto, aperto il commercio internazionale di corni di rinoceronte bianco meridionale e di avorio di elefante africano.

Una delle più grandi delusioni è stata, invece, l’incapacità delle Parti di aumentare la protezione degli ippopotami, con l’obiettivo ultimo di porre fine al commercio internazionale legale di loro parti, innanzitutto i denti d’avorio, a fini commerciali. L’Unione Europea, che ha espresso i suoi 27 voti contrari a questa proposta, ha dunque ignorato le richieste di aiuto da parte delle nazioni nei cui territori ricadono gli habitat dell’ippopotamo, lasciando aperta questa strada, attivamente utilizzata dai trafficanti di animali selvatici.

“95 specie di squali e pesci chitarra hanno ricevuto una nuova protezione nell’Appendice II della CITES”, ha dichiarato Rebecca Regnery, Senior director of wildlife di Humane Society International (HSI). “Queste specie sono minacciate dalla pesca non sostenibile e non regolamentata, che alimenta il commercio internazionale della loro carne e delle loro pinne e che ha determinato un forte declino della popolazione. Con l’inserimento nell’Appendice II, le Parti della CITES possono autorizzare il commercio solo se lo stesso non risulta dannoso per la sopravvivenza della specie in natura, dando a queste specie la tutela di cui hanno bisogno per riprendersi dal sovrasfruttamento”.

“Le rane di vetro hanno ricevuto una nuova protezione nell’Appendice II della CITES”, ha invece dichiarato Grettel Delgadillo, Vicedirettrice di HSI/America Latina. “Le rane di vetro riceveranno, finalmente, la protezione di cui hanno bisogno, a fronte dell’orribile, crescente e spesso illegale commercio internazionale di animali domestici. Era fondamentale che tutte le 158 specie di rane di vetro fossero incluse nell’Appendice II, poiché è difficile distinguere le differenti specie di rane di vetro in commercio. L’inserimento nell’Appendice II consentirà a queste rane, molto ricercate e minacciate, di trovarsi finalmente al riparo dal commercio internazionale di animali selvatici”.

“Su richiesta di Kenya, Malawi ed Etiopia, le parti hanno concordato di ridurre significativamente, ovvero di 610 leopardi all’anno, le quote di questi Paesi per le esportazioni di trofei di caccia di leopardo e di loro pelli per uso personale, eliminando del tutto le quote di Kenya e Malawi”, ha commentato Sarah Veatch, Director of wildlife policy di HSI. “Questo è importante perché le popolazioni di leopardi sono diminuite del 30% nelle ultime tre generazioni nell’Africa sub-sahariana – contrariamente a quanto riportato dalle stime eccessive di molti Paesi che praticano la caccia – e mancano dati adeguati a comprendere realmente la portata della situazione di conservazione del leopardo. Quote eccessive di caccia al trofeo, basate su interessi venatori stranieri – e non su dati scientifici – rappresentano una pericolosa pressione sui leopardi, i quali sono anche minacciati dalla perdita di habitat e da altri fattori. Anche se plaudiamo al passo compiuto questa settimana dalla CITES per proteggere questi animali iconici, le Parti hanno ancora molto lavoro da fare per azzerare le quote di esportazione del leopardo per tutti i Paesi, unico modo per proteggere davvero questa bellissima specie dalla scomparsa”.

“Siamo molto delusi dal fatto che le Parti non abbiano adottato una proposta per fermare il tragico e legale commercio internazionale di avorio e di altre parti di ippopotamo per scopi commerciali”, ha affermato Sophie Nazeri, wildlife program coordinator di HSI. “L’ippopotamo comune è minacciato dal bracconaggio per i suoi denti d’avorio, i quali vengono spesso riciclati nel commercio legale di avorio di ippopotamo. Purtroppo, le Parti e, in particolare, l’Unione Europea, hanno ignorato le richieste di aiuto degli Stati di habitat dell’ippopotamo e hanno lasciato aperta questa pericolosa e crudele strada utilizzata dai trafficanti di animali selvatici. Humane Society International continuerà a lottare per la protezione di questa incredibile specie”.

I membri della CITES hanno aumentato o fornito nuova protezione a:

  • 95 specie di squali, tra le quali 54 specie di squali requiem, lo squalo martello tiburo e tre altre specie di squali martello, nonché 37 specie di pesci chitarra, commercializzati a livello internazionale per le loro pinne e la loro carne;
  • Sette specie di razze d’acqua dolce e l’Hypancistrus zebra, commercializzati a livello internazionale per i pesci d’acquario;
  • 160 specie di anfibi, tra le quali 158 specie di rane di vetro, l’Agalychnis lemur e il Laotriton laoensis, commercializzati a livello internazionale come animali domestici esotici;
  • 52 specie di tartarughe, tra cui la tartaruga matamata dell’Amazzonia (Chelus fimbriata), la tartaruga matamata dell’Orinoco (Chelus orinocensis), la testuggine alligatore, la testuggine azzannatrice, cinque specie di tartarughe geografiche a testa larga, la tartaruga rugosa rosso-coronata, la tartaruga scatola indocinese, nove specie di tartarughe dell’ordine dei Rinoclemmidini, le tartarughe della specie Claudius angustatus, 19 specie di tartarughe del fango (appartenenti al genere Kinosternon), la  la grande tartaruga di fango dell’America centrale (Staurotypus triporcatus), le tartarughe della specie Staurotypus salvinii, altre sei specie della famiglia Kinosternidae, tre specie di tartarughe dal guscio molle e la tartaruga dal guscio molle di Leith, commercializzate a livello internazionale come animali domestici esotici, per la loro carne e per altre parti del corpo destinate al consumo umano;
  • Due specie di uccelli, lo shama groppabianca (Copsychus malabaricus) e il bulbul testapaglia (Pycnonotus zeylanicus), commercializzati a livello internazionale per il commercio di uccelli canori;
  • Tre specie di oloturie, comunemente detti cetrioli di mare, commercializzati a livello internazionale per il consumo umano;
  • 25 specie di lucertole, tra cui il drago d’acqua cinese, il Cyrtodactylus jeyporensis, il geco dall’elmetto, 21 specie di lucertole cornute e lo scinco dalla lingua blu (Tiliqua adelaidensis), commercializzate a livello internazionale come animali domestici esotici.

Foto e video (creare account per il download):

FINE

Contatto:

HSI esorta le Parti ad aumentare la protezione per ippopotami, rane di vetro, squali, leopardi, elefanti africani e rinoceronti bianchi

Humane Society International


Hippopotamus with Cattle Egret on back, in reeds at edge of River Nile at Murchison Falls National Park, Uganda

WASHINGTON—La XIX riunione della Conferenza delle Parti della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), si riunirà dal 14 al 25 novembre a Panama, dove i delegati dei 184 Paesi membri esamineranno 52 proposte per aumentare o diminuire le misure di protezione di 600 specie di animali e piante selvatiche. Tra le questioni principali sul tavolo, vi sono proposte di maggiore tutela per ippopotami, elefanti, rane di vetro e squali e la modifica delle quote annuali di esportazione dei trofei di caccia di leopardo.

Esperti di Humane Society International (HSI) parteciperanno all’incontro per fare pressione sui Paesi membri, affinché sostengano le proposte che potrebbero contribuire a garantire che le specie non siano ulteriormente spinte verso l’estinzione dallo sfruttamento e dal commercio internazionale di loro parti del corpo e prodotti da esse derivanti. La delegazione HSI sarà disponibile per commenti durante i lavori.

Di seguito un elenco delle specie sulle quali vi sarà un maggiore focus durante la riunione, così come altre proposte che verranno discusse:

Ippopotami: Dieci nazioni africane propongono di includere l’ippopotamo nell’Appendice I della CITES, vietando di fatto il commercio internazionale di parti e prodotti derivanti da questa specie. Gli ippopotami sono minacciati dalla perdita e dalla frammentazione del loro habitat, dai bracconieri interessati alla loro carne, pelle e all’avorio e dai cacciatori di trofei. Si prevede che gli attuali livelli di sfruttamento legale e illegale porteranno a un declino della popolazione selvatica, indicando la necessità di adottare un livello di protezione più elevato per questa specie. All’inizio di quest’anno, HSI ha pubblicato un’indagine sotto copertura sulla vendita di parti di ippopotamo negli Stati Uniti.

Adam Peyman, Director of wildlife programs di HSI, ha dichiarato: “Gli ippopotami sono considerati una specie iconica dell’Africa, eppure l’entità del commercio internazionale delle loro parti del corpo e dei prodotti che ne derivano, come zanne, denti, pelli, teschi e trofei, è sconvolgente. Esortiamo le Parti della CITES ad adottare questa proposta per garantire la fine di questo commercio. La vendita di parti di animali, insieme ad altre minacce che gravano sugli ippopotami, li sta spingendo sull’orlo dell’estinzione”.

Rane di vetro: Quattordici nazioni dell’America centrale e meridionale propongono di includere la famiglia delle rane di vetro nell’Appendice II della CITES. Dodici membri di questa famiglia sono altamente minacciati, ma è quasi impossibile distinguerli da altre specie che risultano meno minacciate, sottolineando la necessità di adottare maggiore protezione per tutte le specie di rane di vetro. L’inserimento nell’Appendice II della Convenzione fornirebbe un monitoraggio cruciale e metterebbe in atto misure per garantire che il commercio sia legale.

Grettel Delgadillo, Vicedirettrice di HSI America Latina, ha dichiarato: “Le rane di vetro, con la loro pelle traslucida, sono una famiglia di specie sorprendente. Purtroppo, è proprio questa che interessa i commercianti senza scrupoli che contrabbandano rane vive dall’America centrale e meridionale per venderle come animali domestici. È fondamentale che le Parti della CITES adottino questa proposta per arginare il commercio illegale di questi animali rari e mettere in atto un monitoraggio seriod el commercio legale, per prevenire il traffico di animali esotici, venduti come domestici”

Squali: Ci sono tre proposte per inserire nell’Appendice II diverse famiglie di squali e specie simili. Le proposte riguardano l’inserimento nell’Appendice II di squali appartenenti alla famiglia dei Carcarinidi, squali martello e pesci chitarra (imparentati con gli squali). Tutte queste specie hanno un basso tasso riproduttivo e diverse specie di ciascuno di questi gruppi sono altamente minacciate. Le pinne sono i principali prodotti che vengono commerciati a seguito della pesca di tali specie. Poiché le pinne di queste specie sono praticamente indistinguibili da quelle di altre, è necessario che tutte vengano inserite nell’Appendice II, in modo che il loro commercio a livello internazionale possa essere monitorato e legale.

Rebecca Regnery, Senior director of wildlife di HSI, ha dichiarato: “Le popolazioni di diverse specie di squali e pesci chitarra hanno registrato un declino del 70-90%. È inconcepibile che il commercio di pinne di queste specie minacciate non venga monitorato per garantirne la legalità, soprattutto perché ogni anno vengono uccisi circa 100 milioni di squali per le loro pinne. Esortiamo le Parti della CITES ad adottare le proposte di inserire gli squali appartenenti alla famiglia dei Carcarinidi, i pesci martello e i pesci chitarra nell’Appendice II prima che sia troppo tardi”.

Quote di trofei di caccia di leopardo: Sebbene il leopardo sia minacciato di estinzione e la caccia al trofeo sia una delle principali minacce alla sua sopravvivenza, le Parti della CITES hanno stabilito quote di esportazione per 12 paesi, che consentono l’esportazione annuale di un massimo di 2.648 trofei o pelli di leopardo. Queste quote controverse non sono basate su dati scientifici.  Due paesi, il Kenya e il Malawi, chiedono l’eliminazione delle loro quote, mentre l’Etiopia chiede che la sua quota annuale venga ridotta da 500 a 20 leopardi. Tuttavia, questo lascia nel mirino i leopardi dei restanti nove paesi, tra cui Tanzania e Zimbabwe che hanno una quota oltraggiosa di 500 leopardi per nazione.

Proposte per i rinoceronti bianchi meridionali e gli elefanti africani: HSI esorta i Paesi membri a opporsi a una pericolosa proposta che ridurrebbe la protezione CITES per i rinoceronti bianchi meridionali in Namibia, gravemente minacciati dai bracconieri interessati al loro corno. Se adottata, la proposta allenterebbe il controllo sul commercio internazionale dei trofei di caccia di questa specie. Inoltre, HSI sostiene una proposta per aumentare la protezione CITES degli elefanti africani in Botswana, Namibia, Zimbabwe e Sudafrica, che aumenterebbe la regolamentazione del commercio internazionale di trofei di caccia. Visti i gravi e permanenti impatti della caccia al trofeo sulla sopravvivenza delle specie, è imperativo che i Paesi membri limitino il commercio mondiale dei trofei di caccia delle specie elencate nella Convenzione.

Sarah Veatch, Director of wildlife policy di HSI, ha dichiarato: “La CITES è il meccanismo di controllo internazionale per il commercio tra i Paesi membri, dei trofei di caccia di leopardi, elefanti, rinoceronti, leoni e moltissimi altri animali. Trattandosi di trofei “ambiti”, è indispensabile che i membri adottino un approccio precauzionale. Le quote basate su dati obsoleti, inaffidabili o su metodi imprecisi sono inaccettabili e devono essere invalidate. Le Parti della CITES hanno l’opportunità di dare a queste specie le protezioni e la supervisione necessarie per evitarne lo sfruttamento; le invitiamo ad agire prima di raggiungere un punto di non ritorno”.

I membri della delegazione di Humane Society International alla CITES sono:

  • Jeff Flocken, Presidente HSI
  • Rebecca Regnery, HSI senior director wildlife, Stati Uniti.
  • Madison Miketa, HSI wildlife scientist, Stati Uniti.
  • Sarah Veatch, HSI director, wildlife policy, Stati Uniti.
  • Sophie Nazeri, HSI wildlife program coordinator Stati Uniti.
  • Grettel Delgadillo, Vicedirettrice HSI/America Latina, Costa Rica
  • Lawrence Chlebek, biologo marino, HSI Australia
  • Mai Nguyen, wildlife program manager, HSI in Vietnam

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Contatto: Eva-Maria Heinen, Communications & PR Manager Italia: emheinen.hsi@gmail.com

 

Humane Society International esorta la Commissione Europea a sostenere le proposte per la tutela delle specie in vista della COP19 della CITES

Humane Society International


Hippo
Imagebroker/Alamy

STRASBURGO—Oggi il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione importante, nella quale sono formulate domande specifiche riguardanti gli obiettivi dell’Unione Europea, in vista della prossima Conferenza delle Parti della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).

Mentre il Parlamento rilascia, dunque, dichiarazioni chiare sulla necessità di affrontare la problematica legata al traffico di animali selvatici e di colmare le lacune giuridiche presenti nella legislazione europea in materia, e sulla volontà di porre fine alle importazioni di trofei di caccia di specie elencate nella CITES, Humane Society International/Europe teme che la Commissione Europea e gli Stati Membri non daranno ascolto alle richieste del Parlamento.

A novembre, i rappresentanti dei Paesi firmatari della CITES si riuniranno a Panama per la XIX conferenza delle parti, ovvero la COP19. In questa occasione decideranno il livello di protezione internazionale di una serie di specie minacciate e in pericolo di estinzione, tra le quali ippopotami, elefanti africani, rane di vetro e squali appartenente alla famiglia dei Carcarinidi. In particolare modo, Humane Society International/Europe è profondamente preoccupata per la raccomandazione della Commissione Europea di non sostenere la proposta di 10 Stati africani di trasferire l’ippopotamo nell’Appendice I della CITES, una modifica che proibirebbe tutto il commercio internazionale di parti e prodotti di ippopotamo, costituendo un’ancora di salvezza per questa specie in pericolo. Inoltre, la Commissione ha raccomandato all’UE di astenersi dalla proposta di 14 altri Paesi di inserire le rane di vetro nell’Appendice II, che garantirebbe una protezione fondamentale oltre al monitoraggio del commercio di questi anfibi in pericolo.

Joanna Swabe, Direttrice delle Relazioni Istituzionali per Humane Society International/Europe, afferma: “Accogliamo con favore la decisione degli eurodeputati di adottare una risoluzione così forte prima della riunione della CITES COP19, riconoscendo la persistente minaccia posta alla fauna selvatica dal commercio internazionale. L’UE è molto influente nel processo decisionale della CITES, e spesso si trova nella posizione di poter portare avanti o bloccare decisioni. Diversi Stati hanno avanzato proposte per chiedere una maggior protezione di specie endemiche, la cui sopravvivenza è minacciata dall’eccessivo sfruttamento a fini commerciali. Il mancato sostengo potrebbe spingere l’ippopotamo, la rana di vetro e ad altre specie ulteriormente verso l’estinzione. È inconcepibile che l’UE non sostenga tali proposte, visti gli impegni presi nella sua stessa Strategia per la biodiversità, sbandierata a gran voce, di fare tutto il possibile per arrestare il declino della biodiversità.”

La risoluzione del Parlamento Europeo sottolinea il forte sostegno a diverse proposte e afferma l’importanza di rafforzare ulteriormente il ruolo dell’UE nella lotta globale contro il traffico di animali selvatici. Gli eurodeputati fanno eco all’appello di Humane Society International affinché la Commissione intervenga per colmare le lacune delle attuali normative europee sul commercio di animali selvatici, presentando una proposta legislativa che criminalizzi l’importazione, l’esportazione, la vendita, l’ottenimento o l’acquisizione di specie selvatiche prelevate, possedute, trasportate o vendute in violazione della legge del Paese di origine.

HSI accoglie con favore anche la richiesta del Parlamento Europeo di intraprendere un’azione urgente per proibire l’importazione di trofei di caccia di specie protette dalla CITES. L’UE è il secondo importatore mondiale di trofei di caccia dopo gli Stati Uniti. La legislazione dell’UE continua a consentire ai cacciatori di importare legalmente trofei di specie minacciate, molte delle quali sono protette a livello internazionale dalla CITES, la normativa sul commercio della fauna selvatica e la direttiva Habitat dell’UE.

Liam Slattery, responsabile europeo per la campagna di HSI/Europe sulla caccia al trofeo, ha dichiarato: “La richiesta del Parlamento Europeo di un’azione urgente per limitare l’importazione di trofei di caccia di specie elencate dalla CITES è sostenuta dalla maggioranza dell’opinione pubblica in tutti gli Stati Membri. I Paesi Bassi e la Francia hanno già messo al bando alcune tipologie di trofei; il Parlamento federale belga ha approvato all’unanimità una risoluzione che esorta il governo a sospendere l’autorizzazione all’importazione dei trofei di caccia; il Ministero dell’Ambiente tedesco ha espresso l’intenzione di limitarne l’importazione; altri Stati Membri stanno attivamente valutando proposte per limitare o vietare l’importazione di trofei. Ora la Commissione deve assumere la guida su questo tema, in linea con tali misure e con la strategia dell’UE per la biodiversità.”

Informazioni aggiuntive:

  • HSI esorta l’UE a sostenere la proposta di inserire l’ippopotamo nell’Appendice I. Le popolazioni di ippopotami selvatici sono in declino o il loro attuale stato di conservazione è sconosciuto nel 65% dei Paesi del loro habitat. L’avorio di ippopotamo è molto richiesto e quasi 80.000 prodotti derivanti dall’ippopotamo, per la maggior parte di origine selvatica, sono stati importati nell’ultimo decennio per il quale sono disponibili dati. Il bracconaggio e il traffico sono la minaccia primaria per gli ippopotami e il commercio illegale è spesso intrecciato con quello legale. Inoltre, si prevede che gli attuali livelli di prelievo, sia legale che illegale, provocheranno un futuro declino delle popolazioni di ippopotami selvatici. Questo evidenzia la necessità di ridurre il commercio internazionale di questa specie per motivi di conservazione e per il rischio di promuovere l’uccisione e il commercio illegale. L’UE contribuisce allo sfruttamento degli ippopotami: quasi 800 trofei di ippopotamo sono stati importati dagli Stati membri dell’UE tra il 2014 e il 2018.
  • HSI esorta l’UE a sostenere la proposta di inserire le rane di vetro nell’Appendice II. Metà delle specie di questa famiglia sono minacciate di estinzione, rendendo necessaria l’inclusione dell’intera famiglia nell’Appendice II. Poiché i maschi di molte di queste specie di rane difendono attivamente le uova, la rimozione dei maschi comporta la depredazione di intere covate, causando alti tassi di mortalità. Inoltre, le rane di vetro sono diventate sempre più popolari come animali domestici e gran parte del commercio avviene illegalmente. L’inserimento nell’Appendice II comporterebbe un necessario monitoraggio del commercio internazionale e contribuirebbe ad arginarne quello illegale.
  • HSI esorta l’UE a sostenere tutte le proposte per includere o aumentare la protezione delle specie di rettili e anfibi. Si tratta di 21 proposte che riguardano 239 specie, tra cui 53 specie di tartarughe. Tutte queste specie vulnerabili si trovano a fronteggiare minacce, compreso l’eccessivo commercio a livello internazionale. È allarmante che la Commissione Europea non raccomandi il sostegno alle proposte degli Stati interessati dal problema che chiedono l’assistenza dei Paesi importatori, compresi quelli dell’UE, per controllare il commercio e garantire che le popolazioni selvatiche non vengano decimate.
  • Tra il 2014 e il 2018, l’UE ha importato quasi 15.000 trofei di caccia—circa otto al giorno—di 73 specie protette a livello internazionale.
  • Il numero di trofei entrati nell’UE è aumentato del 40% in cinque anni, nonostante i sondaggi d’opinione indichino che la stragrande maggioranza dei cittadini dell’UE intervistati è chiaramente contraria alla caccia ai trofei e vorrebbe vedere la fine di questa brutale industria.

FINE

Contatto:

Richiesto alle autorità di Yulin di vietare il festival della carne di cane per tutelare gli animali, il loro benessere e la salute pubblica

Humane Society International


Vshine

YULIN—Ad un mese dal solstizio d’estate, il periodo in cui si consuma la carne di cane, alcuni attivisti cinesi sono intervenuti per salvare la vita dell’ultimo cane trovato vivo in un negozio di carne di cane a Yulin, nella provincia di Guangxi. Il cane, chiamato Lucky dai suoi soccorritori, è stato trovato incatenato fuori dal negozio, vicino ad un cartello che indicava che fosse in vendita per la sua carne. L’Akita era l’ultimo cane della giornata a dover essere macellato prima che gli attivisti convincessero il proprietario del negozio a cederlo. Dai suoi comportamenti era evidente che un tempo era stato un cane da compagnia e che quindi, molto probabilmente, era stato rubato.

In considerazione delle misure anti COVID-19 cinesi, gli animalisti cinesi stanno sollecitando le autorità di Yulin a vietare il raduno annuale di giugno, in occasione del cosiddetto “Festival del litchi e della carne di cane”, in cui aumenta la macellazione di cani e gatti per il consumo umano. Lanciato nel 2010 dai commercianti di carne di cane per incrementare le vendite di un settore in calo, l’evento inizia il 21 giugno e attira migliaia di visitatori da tutta la provincia meridionale, che si riuniscono per mangiare stufato di cane e carne di cane croccante nei ristoranti e nelle bancarelle della città. Gli attivisti si appellano alle autorità locali affinché impediscano lo svolgimento di questo raduno per tutelare gli animali, il loro benessere e la salute pubblica.

Liang Jia, un attivista del Guangxi, ha dichiarato: “Le strade di Yulin sono relativamente tranquille in questo momento e, anche se si possono vedere alcuni negozi di carne di cane come al solito, non è nulla rispetto a come sarà a metà giugno. Mentre altrove in Cina le città sono in isolamento a causa del COVID-19, non ha senso che i commercianti di carne di cane di Yulin possano incoraggiare i visitatori a viaggiare attraverso la provincia e la città. Oltre alla spaventosa crudeltà che verrà inflitta a migliaia di cani e gatti uccisi a bastonate, si tratta di un evidente rischio per la salute pubblica. Le autorità di Yulin dovrebbero prendere sul serio la questione perché sarebbe estremamente imbarazzante se il festival della carne di cane di Yulin fosse responsabile per un contagio di massa”.

La maggior parte delle persone in Cina non mangia cani e anche a Yulin i sondaggi dimostrano che la maggior parte dei cittadini (il 72%) non li mangia regolarmente, nonostante gli sforzi dei commercianti di carne di cane per promuoverne il consumo. In tutto il Paese si registra una significativa opposizione al commercio di carne di cane, mentre cresce la sensibilità per il benessere degli animali. Nel 2020, il Ministero dell’Agricoltura e degli Affari Rurali cinese ha rilasciato una dichiarazione ufficiale secondo cui i cani sono animali da compagnia e non “bestiame” per il consumo. Nello stesso anno, due grandi città della Cina continentale – Shenzhen e Zhuhai – hanno vietato il consumo di carne di cane e gatto, una decisione che, secondo i sondaggi, è stata sostenuta da quasi il 75% della popolazione cinese.

Il Dottor Peter Li, specialista in politica cinese di Humane Society International, sostenitore dei salvataggi di cani dal commercio di carne in Cina, ha dichiarato: “Lucky si è salvato per un pelo perché nel negozio era rimasta in vendita solo una carcassa facendo di lui il prossimo. Ma Lucky è solo uno tra milioni di cani che soffrono per mano dei commercianti di cani in tutta la Cina, e uno di migliaia che finiscono a Yulin per l’evento del solstizio d’estate. I suoi soccorritori dicono che era molto amichevole, abituato a camminare al guinzaglio e che è salito volentieri nell’auto degli attivisti; sembra chiaro che una volta era l’animale domestico di qualcuno, e in effetti molti dei cani uccisi per la carne sono animali rubati dai cortili, fuori dai negozi e persino dalle auto. Oltre alla brutalità di queste attività, le precauzioni per frenare la diffusione del COVID-19 aggiungono un’altra convincente ragione per mettere fine ai raduni in cui viene commerciata la carne di cane.”

Foto e video

FINE

Contatto: Martina Pluda, direttrice per l’Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885

Humane Society International


“Vets for Ukrainian Pets” coprirà il costo delle cure veterinarie per gli animali domestici dei rifugiati. Charlotte Brocker per HSI

Aggiornamento: il programma è stato prorogato fino al 31 dicembre 2023.

I rifugiati ucraini che sono fuggiti dalla guerra con i loro animali domestici possono accedere a cure veterinarie gratuite nei paesi europei grazie a “Vets for Ukrainian Pets”. Scarica il volantino.

“Vets for Ukrainian Pets” coprirà il costo delle cure veterinarie di cani, gatti, cavalli o altri animali domestici, laddove le cure siano considerate necessarie da un veterinario professionista.

 

Che tipo di cure veterinarie sono coperte da “Vets for Ukrainian Pets”?

  • Registrazione e regolarizzazione—Eventuali spese per conformare un animale domestico ai requisiti europei nel caso in cui non siano coperte dalle autorità nazionali. Ciò può includere la vaccinazione antirabbica e la titolazione degli anticorpi per la rabbia, il trattamento antiparassitario, l’impianto o la registrazione di microchip e il rilascio della documentazione ufficiale.
  • Cure preventive standard—I costi delle vaccinazioni di base e dei trattamenti antiparassitari per garantire la salute generale dell’animale, con particolare attenzione alla prevenzione di malattie infettive.
  • Farmaci(fornitura fino a quattro mesi)—I costi di qualsiasi farmaco precedentemente prescritto da un veterinario o per il trattamento di una condizione acuta di nuova insorgenza. Ciò può riguardare animali che necessitano di trattamenti per malattie croniche, le cui famiglie non hanno con sé o hanno esaurito i farmaci.
  • Trattamento per condizioni acute—Spese per il trattamento di condizioni acute nei casi in cui si prospetta una diagnosi positiva. Si considera, ad esempio, il trattamento di ferite, infiammazioni o la somministrazione di antidolorifici.

Quali cliniche veterinarie partecipano a questa iniziativa?

Possono partecipare tutte le cliniche e i veterinari praticanti autorizzati in tutta Europa. Si prega di informarsi presso la clinica veterinaria più vicina.

Cosa succede se ho più di un animale che necessita di cure?

Il piano copre le spese veterinarie per un massimo di cinque animali domestici o cavalli. Qualora avessi più di cinque animali domestici bisognosi di cure veterinarie, ti preghiamo di discuterne con la clinica o con il veterinario curante.

Devo pagare alla clinica e poi chiedere il rimborso?

No, le cure veterinarie sono gratuite. Rimborseremo la clinica fino a 250 euro per ogni animale.

Cosa succede se l’iniziativa non riesce a coprire le cure di cui il mio animale domestico ha bisogno?

Quando altri finanziamenti o contributi a titolo di beneficenza non sono sufficienti a coprire l’intero costo, incoraggiamo i veterinari a fornire prestazioni scontate o a titolo gratuito.

Per quanto tempo sarà disponibile l’iniziativa “Vets for Ukrainian Pets”?

L’iniziativa sarà attiva fino al 31 dicembre 2022. Nel caso in cui le cure veterinarie dovessero protrarsi oltre tale data, si prega di contattare Humane Society International all’indirizzo VetsUkrainePets@hsi.org.

Dove posso trovare maggiori informazioni su “Vets for Ukrainian Pets”?

Visita il nostro sito web: apply.vetsforukraine.com/how-it-works/.

“Vets for Ukrainian Pets” è interamente finanziato da Humane Society International, con il generoso sostegno di Mars, Incorporated, e realizzato in collaborazione con la Federation of Veterinarians of Europe (FVE) e la Federation of European Companion Animal Veterinary Associations (FECAVA).



Il programma lanciato da Humane Society International e dalle associazioni veterinarie in 38 paesi europei, inclusa l’Italia

Humane Society International


Beata Zawrzel/HSUS

Aggiornamento: il programma è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024.

BRUXELLES—I rifugiati ucraini fuggiti dalla guerra con i propri animali domestici potranno accedere a cure veterinarie gratuite in 38 paesi europei, grazie al programma “Vets for Ukrainian” Pets. Lanciato dall’organizzazione per la protezione degli animali Humane Society International (HSI) e dai suoi partner “Vets for Ukrainian Pets” rimborserà i costi delle prestazioni dei veterinari partecipanti fino a 250 euro ad animale, per cani, gatti, cavalli o altri animali da compagnia per cure essenziali e trattamenti farmacologici, per la profilassi antirabbica e altre vaccinazioni, nonché per l’applicazione del microchip e per le visite mediche necessarie per permettere un passaggio sicuro attraverso l’UE.

Il programma “Vets for Ukrainian Pets” è interamente finanziato da HSI, con il generoso supporto di Mars, Incorporated, ed è realizzato in cooperazione con la Federazione dei Veterinari d’Europa (FVE) e la Federazione delle Associazioni Veterinarie per gli Animali da Compagnia (FECAVA). I rimborsi saranno disponibili per tutti i membri FECAVA in Europa, come ad esempio nel Regno Unito, in Germania, Italia, Romania e Polonia, nonché in Ucraina.

Ruud Tombrock, Direttore esecutivo di HSI/Europe, afferma: “In quella che è diventata la più grande crisi umanitaria dal Secondo Dopoguerra in Europa, milioni di ucraini stanno fuggendo dal proprio paese e dalla guerra. Insieme ad alcuni beni, molti hanno al seguito i propri animali da compagnia, amati membri della famiglia. Il trauma della guerra e lo stress generato dalla fuga possono rendere gli animali vulnerabili a diverse malattie. Per questo motivo il programma HSI “Vets for Ukrainian Pets” mira a offrire accesso alle cure veterinarie per gli animali domestici dei rifugiati. Fornirà una rete di sicurezza per quelle famiglie che fuggono con i loro amati animali in modo che in nessun momento siano costrette a lasciarli indietro”.

Pochi giorni dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la Commissione Europea ha raccomandato agli Stati membri di allentare i requisiti per l’ingresso di animali domestici dall’Ucraina. Da allora almeno 13 Stati membri dell’UE hanno temporaneamente revocato o modificato le restrizioni riguardanti l’importazione degli animali da compagnia, comprese le misure di prevenzione e contenimento della rabbia. Tuttavia, non esiste una politica standardizzata in tutta l’UE per quanto riguarda l’ingresso di animali domestici dall’Ucraina. Sebbene ad alcuni valichi di frontiera vengano forniti vaccinazioni e microchip, non tutti gli animali ricevono tali servizi e pertanto non soddisfano i requisiti nazionali per l’ingresso.

Rens van Dobbenburgh, Presidente della FVE, dichiara: “Siamo grati di poter dar vita a questo progetto insieme alla nostra affiliata FECAVA e con il prezioso supporto di Humane Society International. Questo programma rappresenta una risposta efficace per dare assistenza sanitaria gratuita agli animali domestici, garantendo a coloro che arrivano con i loro amati animali le attenzioni di cui hanno bisogno. Sia che si tratti di cure di emergenza, trattamenti a lungo termine per condizioni croniche o controlli sanitari di routine”.

Danny Holmes, Presidente della FECAVA, afferma: “Siamo lieti di collaborare con Humane Society International e la FVE per offrire supporto in tutta Europa agli animali d’affezione dei rifugiati ucraini. La realizzazione di un programma di così ampia portata, in così poco tempo, è una testimonianza della dedizione delle organizzazioni veterinarie e di quelle per il benessere degli animali”.

Il programma “Vets for Ukrainian Pets” sarà operativo fino al 30 giugno 2023 e accessibile a tutte le cliniche veterinarie private e corporate d’Europa, autorizzate a presentare domanda su apply.vetsforukraine.com/. HSI auspica un forte coinvolgimento dei veterinari ucraini e invita tutti i veterinari europei a partecipare e aiutare, fornendo sconti o servizi gratuiti laddove altri finanziamenti o contributi di beneficenza non siano sufficienti a coprire le spese veterinarie.

Informazioni aggiuntive

 TramiteVets for Ukrainian Pets” verranno coperti fino a 250 euro ad animale, con un limite di cinque animali per veterinario, per le seguenti prestazioni per animali da compagnia ed equini di rifugiati ucraini:

  • Registrazione e regolarizzazione—Eventuali spese per conformare un animale domestico ai requisiti europei nel caso in cui non siano coperte dalle autorità nazionali. Ciò può includere la vaccinazione antirabbica e la titolazione degli anticorpi per la rabbia, il trattamento antiparassitario, l’impianto o la registrazione di microchip e il rilascio della documentazione ufficiale.
  • Cure preventive standard—I costi delle vaccinazioni di base e dei trattamenti antiparassitari per garantire la salute generale dell’animale, con particolare attenzione alla prevenzione di malattie infettive.
  • Farmaci (fornitura fino a quattro mesi)—I costi di qualsiasi farmaco precedentemente prescritto da un veterinario o per il trattamento di una condizione acuta di nuova insorgenza. Ciò può riguardare animali che necessitano di trattamenti per malattie croniche, le cui famiglie non hanno con sé o hanno esaurito i farmaci.
  • Trattamento per condizioni acute—Spese per il trattamento di condizioni acute nei casi in cui si prospetta una diagnosi positiva. Si considera, ad esempio, il trattamento di ferite, infiammazioni o la somministrazione di antidolorifici.

Ogni veterinario praticante, registrato in Europa, può fare domanda d’adesione al programma e può presentare fino a cinque richieste di rimborso tramite il sito web apply.vetsforukraine.com/. In casi eccezionali, in cui fosse necessario fornire assistenza a un numero maggiore di animali, il veterinario può contattare HSI all’indirizzo VetsUkrainePets@hsi.org.

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Contatti:

Il Parlamento federale belga ha approvato all'unanimità una risoluzione che chiede al governo di sospendere immediatamente l'autorizzazione di permessi di importazione di trofei di specie protette da normative commerciali internazionali

Humane Society International


Vanessa Mignon

BRUXELLES—Oggi il Parlamento belga ha compiuto un passo significativo contro l’importazione e il commercio di trofei di animali, votando all’unanimità una risoluzione che esorta il governo a sospendere immediatamente l’autorizzazione all’importazione di trofei di alcune specie minacciate e in via di estinzione. Tra queste ci sono il rinoceronte, l’elefante africano, il leone, l’orso polare e la pecora argali, che sono elencate nell’allegato A del regolamento dell’UE sul commercio di piante e animali. La delibera comprende anche alcune specie animali elencate nell’allegato B del medesimo regolamento.

Kris Verduyckt (Vooruit, socialisti fiamminghi), Melissa Depraetere (Vooruit, socialisti fiamminghi) e Mélissa Hanus (PS, socialisti francofoni), che avevano originariamente presentato una proposta legislativa per vietare l’importazione di trofei di caccia nel 2020, hanno esultato per il risultato grazie ai loro sforzi. Verduyckt ha dichiarato: “Concretamente ciò significa che, in base a questa decisione, il Ministro Zakia Khattabi [Ministro del Clima, dell’Ambiente, dello Sviluppo Sostenibile e del Green Deal del Belgio] ora può fermare il rilascio di licenze di importazione. I suoi colleghi di partito hanno già dichiarato in Commissione Energia, Clima e Ambiente che ciò accadrà presto. Spero che altri paesi ora seguano l’esempio e presto sia approvato un divieto totale a livello europeo”.

Humane Society International – Europe elogia il Parlamento federale belga per i suoi sforzi volti a proteggere la biodiversità e le specie minacciate e in via di estinzione. Ruud Tombrock, Direttore esecutivo di HSI/Europe, ha dichiarato: “La caccia al trofeo non ha posto nella società moderna. Con questa decisione del Parlamento belga, compiamo un passo in avanti verso la fine di questa forma di caccia inutile e crudele di specie sull’orlo dell’estinzione, che non devono essere uccise per diventare un trofeo. Vorremmo ringraziare tutti coloro che sono stati coinvolti in questi sforzi critici, in particolare il principale sostenitore di tale iniziativa, il parlamentare Kris Verduyckt”.

La risoluzione è in linea con l’opinione pubblica in Belgio. Il paese ha alcuni dei più alti livelli di opposizione alla caccia ai trofei tra gli Stati membri dell’UE. Secondo i risultati di un sondaggio di Ipsos commissionato da HSI/Europe, il 91% dei belgi si oppone alla caccia ai trofei e l’88% sostiene il divieto di importare qualsiasi tipo di trofeo di caccia.

Il Belgio non è il primo paese ad agire per fermare il suo coinvolgimento in questa pratica anacronistica e crudele, che mette in pericolo la sopravvivenza di molte specie selvatiche. Alcuni paesi vicini si sono già impegnati per fermare l’importazione di trofei di caccia:

  • I Paesi Bassi hanno vietato i trofei di oltre 200 specie nel 2016.
  • La Francia ha vietato l’importazione di trofei di leoni nel 2015.
  • Nel marzo 2022, l’Associazione parlamentare spagnola per la difesa dei diritti degli animali ha ospitato un gruppo di esperti al Congresso dei Deputati, dal titolo “Vietiamo l’importazione di trofei di caccia di specie minacciate”, in cui è stata presentata una mozione per vietare l’importazione di trofei di specie protette.
  • Gli Onorevoli Vittorio Ferraresi e Francesca Flati (M5S) hanno presentato alla Camera dei Deputati italiana la prima proposta di legge per vietare l’importazione e l’esportazione di trofei di caccia di specie protette.
  • I membri del parlamento finlandese hanno presentato una mozione contenente una proposta di divieto.
  • La Svizzera e il Regno Unito si sono impegnati a fermare le importazioni di trofei di caccia di specie protette. La politica proposta nel Regno Unito, laddove approvata, risulterebbe il divieto più severo rispetto all’importazione di trofei di caccia.

Alcune di queste iniziative seguono la pubblicazione nel 2021 del rapporto di HSI/Europe, I numeri della caccia al trofeo: Il ruolo dell’Unione europea nella caccia al trofeo a livello mondial, che evidenzia il contributo dell’Unione Europea nell’ambito dell’industria della caccia al trofeo come secondo importatore mondiale di trofei dopo gli Stati Uniti. Dal 2014 al 2018, l’UE ha importato quasi 15.000 trofei di caccia – otto al giorno – di 73 specie protette a livello internazionale. In questi cinque anni, il numero di trofei importati nell’UE è aumentato del 40%.

Nel 2019 e nel 2020, nonostante l’impatto del COVID-19, i cacciatori di trofei europei sono comunque riusciti a viaggiare e importare oltre 5.700 trofei di specie elencate dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).

La caccia ai trofei, un “passatempo” coloniale che celebra l’uccisione di animali selvatici per puro vanto, è incompatibile con gli obiettivi per la tutela della biodiversità della Commissione Europea e con l’opinione pubblica dell’UE. Secondo i risultati di un sondaggio commissionato da HSI/Europe e condotto nel 2021 in cinque Stati membri dell’UE da Savanta ComRes, oltre l’80% degli intervistati si oppone alla caccia ai trofei.

Foto (creare account per il download): Link

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Contatti:

Martina Pluda, Direttrice per l‘Italia: mpluda@his.org; 3714120885

Eva-Maria Heinen, Communications & PR Manager Italia: emheinen.hsi@gmail.com

HSI ringrazia la Croce Rossa rumena per la cooperazione senza precedenti che permetterà di aiutare persone e animali afflitti dalla guerra

Humane Society International


Dumitru Dragos/HSI

TRIESTE/BUCAREST— È stato stipulato un accordo senza precedenti tra la Croce Rossa rumena e l’organizzazione per la protezione degli animali Humane Society International, per portare in Ucraina alimenti per animali domestici e forniture veterinarie, per fronteggiare l’inasprimento della situazione in cui versano gli animali.

In Ucraina, centinaia di rifugi per animali, cliniche veterinarie e centri di soccorso, nonché migliaia di famiglie con animali domestici, stanno incorrendo in crescenti difficoltà per trovare cibo e per fornire assistenza veterinaria agli animali feriti o malati. Si tratta di una condizione che rischia di diventare sempre più critica con l’esaurimento delle forniture. Per far fronte a questa situazione e rispondere ai numerosi appelli da parte delle persone in Ucraina che non riescono più a prendersi cura degli animali afflitti dalla guerra, la Croce Rossa rumena trasporterà, assieme gli aiuti umanitari, anche aiuti salvavita per gli animali. È la prima volta che ciò accade. Humane Society International ha donato una prima tonnellata di cibo per animali che la Croce Rossa rumena distribuirà a chi ne ha bisogno.

Raluca Morar, Direttrice esecutiva della Croce Rossa per il distretto di Sibiu, dichiara: “In tempi come questi, noi della Croce Rossa sappiamo che la nostra risorsa più preziosa è la gentilezza e la compassione. I nostri convogli umanitari consegneranno non solo i rifornimenti alle persone in disperato bisogno, ma anche la speranza che soccorso è in arrivo. In tempi come questi, non solo le persone ma anche gli animali hanno bisogno di aiuto. Siamo felici e onorati di avere al nostro fianco Humane Society International, permettendoci di far arrivare in Ucraina con i nostri convogli anche alimenti per animali, tanto necessari al momento. La prima tonnellata di cibo secco per animali domestici ha raggiunto il nostro punto di carico a Sibiu e sarà consegnata in Ucraina nei prossimi giorni.”

Andreea Roseti, Direttrice per la Romania di Humane Society International, afferma: “Con il prosieguo di questo conflitto, le persone e gli animali in Ucraina stanno soffrendo l’uno accanto all’altro, in particolare nei rifugi e nelle dove lasciare indietro gli animali è stata una decisione straziante. Siamo grati che la Croce Rossa rumena abbia riconosciuto che la condizione degli animali in guerra è inestricabilmente legata alla condizione delle persone che vivono con loro e si preoccupano così profondamente del loro benessere. Abbiamo donato una tonnellata di forniture d’emergenza per animali domestici, la prima di molte che verranno, che la Croce Rossa distribuirà in Ucraina per scongiurare un peggioramento della situazione. C’è un gran numero di cani e gatti che vagano per le strade e che sono stati separati dalle loro famiglie; sono disorientati, traumatizzati e hanno bisogno di aiuto. La tragedia della guerra non fa differenza tra chi ha due gambe o quattro zampe. Insieme alla Croce Rossa daremo un supporto alle persone in Ucraina che chiedono disperatamente aiuto per mantenere in vita i loro amici animali.”

HSI sta rispondendo alla crisi anche in Germania, Polonia e Italia per aiutare gli ucraini in fuga dal conflitto con i loro amati animali. Supportata da una generosa donazione di Mars Incorporated, HSI sta fornendo cibo e articoli per animali domestici, nonché cure veterinarie ai compagni animali degli ucraini che arrivano ai centri di accoglienza per rifugiati. Le persone assistite esprimono il loro sollievo per aver potuto salvare i propri animali domestici, enorme conforto in queste circostanze estremamente stressanti, soprattutto per i bambini traumatizzati. In Italia, HSI si sta coordinando con l’Associazione culturale Ucraina-Friuli e con un’agenzia di spedizioni doganali, specializzata nel traffico verso i mercati dell’Est, per far arrivare le forniture per animali domestici agli ucraini bisognosi, nonché con la Caritas Trieste per aiutare le persone che vengono accolte con i loro animali.

Una delle persone aiutate da HSI in Italia è Iryna, fuggita da Odessa con il suo gatto Ludvig. Informati del loro arrivo dalla Caritas, HSI ha subito portato cibo e forniture per animali, tra cui un tiragraffi che Ludvig sembrava apprezzare particolarmente. Anche le famiglie di Svetlana, Tatjana, Kate, Ina, Alina, Nastia e Tatjana, assieme ai loro cani Niki e Busa e alla loro gatta Marta sono fuggiti da Kharkiv e Kiev; il loro lungo viaggio verso Trieste è durato 15 giorni. Ora sono ospitati dalla Caritas e HSI ha fornito cibo e provviste per i tre animali.

Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di Humane Society International, racconta: “Fuggire per arrivare ad una meta sicura comporta spesso viaggi interminabili che causano enorme stress a persone e animali. La mancanza di riferimenti, come la propria cuccia, casa o parte del proprio nucleo familiare, può spaventare e disorientare cani e gatti ed è quindi importante che i centri di accoglienza permettano alle persone di tenere con sé i propri animali. Siamo grati alla Caritas Trieste per la sensibilità dimostrata e per tenerci sempre aggiornati sugli arrivi di animali da aiutare. Donare un tiragraffi o una copertina pulita, significa offrire un momento di sollievo a persona e animali, in un momento particolarmente difficile.”

È possibile fare una donazione per sostenere gli sforzi di HSI per aiutare gli animali colpiti in Ucraina e tutte quelle vittime di crisi e disastri nel mondo, così come il lavoro salvavita dell’organizzazione: Dona ora!

Foto e video (creare account per il download):

·    Croce Rossa rumena e HSI: Link

·    HSI assiste i rifugiati ucraini e i loro animali domestici: Link

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Contatti:

  • Martina Pluda, Direttrice per l‘Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885

È allarme sul probabile peggioramento della situazione per persone e animali

Humane Society International


Charlotte Bröcker

TRIESTE/BERLINO/BRUXELLES— L’organizzazione per la protezione degli animali Humane Society International (HSI), supportata da una generosa donazione da parte di Mars Incorporated, sta aiutando gli ucraini in fuga dal conflitto con i loro amati animali domestici, fornendo finanziamenti di emergenza ad associazioni, offrendo forniture di cibo e articoli per animali domestici, riparo e cure veterinarie. L’organizzazione riferisce del sollievo espresso dai rifugiati che sono riusciti a salvare i propri animali domestici, enorme conforto in queste circostanze estremamente stressanti, soprattutto per i bambini traumatizzati. Mentre HSI e i gruppi locali con cui collabora stanno fornendo un’ancora di salvezza agli animali scampati a situazioni drammatiche, l’organizzazione avverte che le condizioni in Ucraina peggioreranno poiché far arrivare gli aiuti a persone e animali diventerà sempre più problematico.

In Italia, HSI sta operando da Trieste, sul confine con la Slovenia, uno dei principali punti di entrata e uscita del Paese, dal quale stanno partendo molte operazioni di soccorso e dove si stima arriveranno molti rifugiati. La squadra sta raccogliendo centinaia di chili di cibo e articoli per cani e gatti che verranno portati ai confini con la Polonia e l’Ungheria per aiutare le persone e i loro animali da compagnia. HSI si sta coordinando con l’Associazione culturale Ucraina-Friuli e con un’agenzia di spedizioni doganali, specializzata nel traffico verso i mercati dell’Est, per far arrivare le forniture per animali domestici agli ucraini bisognosi

In Germania, HSI sta lavorando con il gruppo per la protezione degli animali Berliner Tiertafel. Presso una stazione di soccorso dedicata a Berlino, sta fornendo pacchetti di assistenza e cure veterinarie agli animali che arrivano con i rifugiati.

Sylvie Kremerskothen Gleason, Direttrice HSI per la Germania, che a Berlino ha distribuito forniture per animali domestici ai rifugiati, afferma: “L’invasione russa dell’Ucraina è una devastante crisi umanitaria in cui sono coinvolti anche gli amati cani, gatti e altri animali di coloro che fuggono dal paese. Lasciare i propri animali domestici a morire di fame o essere feriti durante il conflitto è per molti una decisione impensabile. I rifugiati che stiamo aiutando a Berlino ci hanno raccontato quanto la leale compagnia dei loro animali sia stata importante per loro e le loro famiglie durante il faticoso viaggio verso una meta sicura. Soprattutto per i bambini, gli animali domestici sono un’enorme fonte di conforto di fronte al trauma della guerra. Questi rifugiati sono spaventati ed esausti; essere in grado di aiutarli a prendersi cura dei loro animali significa sollevarli da una preoccupazione in un momento particolarmente difficile in cui hanno bisogno di aiuto”.

Una delle persone aiutate da HSI e Berliner Tiertafel in Germania è Marianna, 31 anni, fuggita da Kiev con i suoi due bambini di 6 e 12 anni, sua madre e i loro due cani Erik e Liza. Liza soffre di epilessia e durante la fuga ha avuto un attacco epilettico. Grazie a HSI ha ricevuto le cure veterinarie necessarie. Anche un’altra rifugiata, Karyna, si è rivolta a HSI e Berliner Tiertafel per chiedere aiuto. Il suo gatto, Bonifacio, era in affido temporaneo presso di lei da un rifugio locale a Kiev quando è iniziata la guerra e non ha voluto lasciarlo indietro. Karyna dice che ci sono ancora circa 60 altri gatti rimasti al rifugio. Bonifacio ha subito diverse lesioni, tra cui un trauma all’anca e una lesione cerebrale a causa di una caduta che ha portato all’epilessia. Dopo aver visto un veterinario, Karyna è ora sollevata dal fatto che il suo gatto abbia ricevuto le cure di cui aveva bisogno.

Anche la squadra di HSI a Berlino, come in Italia, sta raccogliendo grandi quantità di cibo e articoli per animali domestici da distribuire al confine con l’Ucraina per raggiungere chi è in difficoltà. In Ucraina, HSI sta anche collaborando l’organizzazione UAnimals, con sede a Kiev, per fornire i fondi necessari per sostenere le operazioni di soccorso, le cliniche veterinarie e gli zoo che si prendono cura di centinaia di animali.

Ruud Tombrock, Direttore esecutivo di HSI/Europe, afferma: “Siamo profondamente preoccupati per le persone e gli animali in Ucraina per i quali il rischio di essere feriti, anche mortalmente, durante gli sconti aumenta a causa della crescente difficoltà di potersi approvvigionare in sicurezza. La nostra prima spedizione di fondi d’emergenza raggiungerà molti rifugi, operazioni di soccorso e famiglie che lottano per la sopravvivenza. Ma con ogni giorno di conflitto aumentano le difficoltà. Un numero significativo di cani ora vaga per le strade e cerca riparo in edifici abbandonati o bombardati perché i rifugi sono stati danneggiati o non hanno avuto altra scelta che liberare gli animali. Ci sono anche animali negli allevamenti e negli zoo che non è possibile evacuare. Quindi, oltre alla tragedia umana provocata da questa invasione, ci troviamo di fronte alla possibilità di una vera e propria crisi per il benessere degli animali”.

È possibile fare una donazione per sostenere gli sforzi di HSI per aiutare gli animali colpiti in Ucraina e tutti quelli vittime di crisi e disastri nel mondo, così come il lavoro salvavita dell’organizzazione.

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Contatto: Martina Pluda, Direttrice per l’Italia: 3714120885; mpluda@hsi.org

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